giovedì 21 luglio 2011

commenti ai libri: MILLE SPLENDIDI SOLI

"MILLE SPLENDIDI SOLI" di Khaled Hosseini

Editore: Piemme
Prima edizione italiana: 2008
Pagine: 446

Sinossi: A quindici anni, Mariam non è mai stata a Herat. Dalla sua kolba di legno in cima alla collina, osserva i minareti in lontananza e attende con ansia l'arrivo del giovedì, il giorno in cui il padre le fa visita e le parla di poeti e giardini meravigliosi, di razzi che atterrano sulla luna e dei film che proietta nel suo cinema. Mariam vorrebbe avere le ali per raggiungere la casa di Herat, dove il padre non la porterà mai perché lei è una harami, una bastarda, e sarebbe un'umiliazione per le sue tre mogli e i dieci figli legittimi ospitarla sotto lo stesso tetto. Vorrebbe anche andare a scuola, ma sarebbe inutile, le dice sua madre, come lucidare una sputacchiera. L'unica cosa che deve imparare è la sopportazione. Laila è nata a Kabul la notte della rivoluzione, nell'aprile del 1978. Aveva solo due anni quando i suoi fratelli si sono arruolati nella jihad. Per questo, il giorno del funerale, le è difficile piangere. Per Laila, il vero fratello è Tariq, il bambino dei vicini, che ha perso una gamba su una mina antiuomo ma sa difenderla dai dispetti dei coetanei; il compagno di giochi che le insegna le parolacce in pashto e ogni sera le da la buonanotte con segnali luminosi dalla finestra. Mariam e Laila non potrebbero essere più diverse, ma la guerra le farà incontrare in modo imprevedibile. Dall'intreccio di due destini, una storia indimenticabile che ripercorre la Storia di un paese in cerca di pace, dove l'amicizia e l'amore sembrano ancora l'unica salvezza.

Commento: E' una storia capace di catturare l'attenzione del lettore, con un uno stile di scrittura molto valido, scorrevole, che non annoia e stimola a proseguire fino in fondo. Questi secondo me sono i punti di forza del romanzo, che comunque ritengo sia ampiamente sopravvalutato. Ad una più attenta analisi si capisce infatti che un po' ovunque sono stati subdolamente posizionati "trabocchetti" atti a sensibilizzare e commuovere il lettore, e io non amo particolarmente gli autori che ricorrono a questi tipi di espedienti per garantirsi il successo.
Il libro infatti trasuda drammaticità e crudeltà senza fine. Le protagoniste, di una bontà disarmante, subiscono ogni tipo di vessazione, diventando delle vere e proprie martiri. Inoltre, Khaled Hosseini non riesce a nascondere la propria simpatia per gli Stati Uniti, paese dove vive tutt'ora, infarcendo i sentimenti dei personaggi (quelli buoni ovviamente) di positivà gratuita nei confronti degli USA e del suo popolo. C'è stata in particolare una frase, verso la fine del libro, che mi ha fatto letteralmente cadere le braccia: "La tv è sintonizzata sulla BBC. Sullo schermo c’è un edificio, una torre, grandi nuvoloni di fumo nero escono dagli ultimi piani. Tariq chiede qualcosa a Sayid e, mentre Sayid gli risponde, un aereo sbuca da un angolo dello schermo. Si schianta contro la torre adiacente, esplodendo in una sfera di fuoco al cui confronto diventano insignificanti tutte le esplosioni che Laila ha visto sinora. La scena strappa un grido unanime alle persone presenti nella sala.". Cioè, il succo del discorso sarebbe che Laila (che da piccola ha visto dal vivo esplodere in aria entrambi i suoi genitori e visto i loro pezzi sparpagliati in giro, che ha vissuto in prima persona decenni di INFERNO vero e proprio) dopo aver visto ALLA TV l'attentato alle torri gemelle di New York pensa che tutto ciò che è accaduto a lei è nulla in confronto???? Mah... rimango basita.
Quindi, tirando le somme, lo schema narrativo, anche se efficace, è semplice: maltrattamenti alle donne - guerra in Afghanistan - attentati dell'11 settembre = lacrime e successo garantito!

E ora, per dare una migliore panoramica, passiamo a esaminare bene le varie parti che compongono il libro:

Cover (che non influenza il giudizio sul libro): Sufficientemente carina e in linea con le sensazioni che suscita la lettura del titolo, anche se un po' fuoriviante rispetto al contenuto della storia.

Stile di scrittura: L'autore ha uno stile di scrittura molto valido, capace di catturare il lettore. Riesce a descrivere scene di estrema drammaticità senza appesantire la lettura e questo è sicuramente il suo punto forte, che io stessa ho molto apprezzato.

Idee alla base della storia: Niente di originale, la storia è un po' trita e ritrita, come anche gli espedienti usati per mantenere viva l'attenzione (vedi scena in cui personaggi guardano alla tv la diretta dell'11 settembre, scena che secondo me si poteva evitare, perché ormai si trova un po' ovunque!).

Caratterizzazione dei personaggi: I personaggi sono abbastanza stereotipati. Ci sono i buoni (di una bontà infinita, che è quasi difficie da credere) e i cattivi (di una cattiveria tale che in confronto Voldemort di Harry Potter sembra quasi un bontempone).

Editing e traduzione a cura della casa editrice: Tutto ok su questo fronte. Non ho notato nulla che non va.

voto:
meno meno

Acquisto consigliato? Uhm... se vi piacciono le storie tanto tanto drammatiche e strappalacrime direi di sì... altrimenti è un libro evitabile.

6 commenti:

  1. Mi spiace non ti sia piaciuto...al di là del sentimento filo-americano di Hosseini, che potrei giustificare con la storia sua e del suo paese, ho trovato il suo modo di narrare molto partecipe...per quanto di storie come quelle di Laila o Miriam se ne siano sentite tante negli anni e non siano una novità, credo che Hosseini abbia saputo dare un vigore particolare alla storia..non credo ci siano trabocchetti...è che la realtà a volte supera al fantasia...

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  2. Io non discuto il fatto che Hosseini abbia un sentimento positivo nei confronti del paese in cui vive, è una cosa naturale, ma trovo difficile pensare che lo abbiano anche i personaggi di questo romanzo. Comunque non è la prima volta che "boccio" i libri che puntano troppo sulla commozione del lettore, tu dici che secondo te non è una mossa calcolata, io dico che ci sono modi e modi per scrivere e che anche la stessa identica storia, se scritta più volte ma in stili diversi, può suscitare reazioni differenti.

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  3. hai ragione il libro io l'ho letto ma non mi è per niente piaciuto!! troppo drammatico per i miei gusti condivido a pieno le tue opinioni.

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  4. Ho letto nella recensione il commento sulla reazione di Laila durante l'attentato alle Torri Gemelle: "Esplodendo in una sfera di fuoco al cui confronto diventano insignificanti tutte le esplosioni che Laila ha visto sinora". Ho letto il libro nella versione inglese e non mi sembrava di ricordare di aver colto lo stesso significato nella frase citata. Sono andato a ricontrollare, e riporto l'originale: "It crashes into the adjacent tower, exploding into a fireball that dwarfs any ball of fire that Laila has ever seen". La scelta di tradurre "ball of fire" con "esplosioni" mi sembra in qualche modo infelice; risulta un termine troppo forte, che porta immediatamente a pensare ad un'esplosione causata da un bombardamento. Cosi' come tradurre "dwarfs" con "rendere insignificanti"; l'aggettivo qui usato assume un'accezione che mi pare eccessiva. In sostanza se nell'originale inglese avevo inteso il paragone in termini puramente fisici (una sfera di fuoco piu' grande di ogni altra mai vista prima), leggendo la frase italiana il paragone mi porta effettivamente a pensare che Laila consideri questa tragedia immensamente maggiore di ogni sua sofferenza personale. E se cosi' e', condivido in pieno la reazione indignata del recensore.
    A mio parere una traduzione piu' fedele all'originale sarebbe: "Esplodendo nella piu' grande sfera di fuoco che Layla abbia mai visto".
    Mi scuso se sembra una sottigliezza, ma come vedete spesso basta una parola per cambiare completamente un punto di vista.
    Sarei lieto di conoscere l'opinione del recensore e degli altri utenti!

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  5. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  6. Io non credo che sia una storia strappalacrime. E' un racconto di denuncia che, per quanto frutto dell'immaginazione dell'autore, ha in sé tanta verità. Ora, a prescindere dal fatto che possa piacere o meno, non penso sia giusto sconsigliarne la lettura: è pur sempre una testimonianza.

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