lunedì 23 novembre 2015

Mini recensione: DOPPIO SOGNO - Arthur Schnitzler

La mia breve recensione su "Doppio sogno" di Arthur Schnitzler.



Titolo: Doppio sogno
Autore: Arthur Schnitzler
Traduzione: Stefania Di Natale
Editore: Newton Compton
Data di pubblicazione: Marzo 2005 (ristampa)
Pagine: 124
Prezzo: 4,00 euro

Sinossi: Nella Vienna di fine Ottocento, dopo una discussione-confessione cominciata quasi per gioco con la moglie, ha inizio tra visioni e apparenze, tra desideri proibiti e paura di assaporarli, la “notte brava” del dottor Fridolin, medico alla moda sposato a una donna bellissima. In un’atmosfera allucinata e onirica si imbatte in quattro donne che gli si offrono inutilmente: la figlia di un paziente defunto, una prostituta, la ragazza-bambina figlia di un affitta-costumi, una donna nuda e bellissima, incontrata a una festa in maschera in una villa misteriosa. Tornato a casa, frustrato per non avere commesso l’adulterio, ascolterà dalla moglie il racconto di un sogno in cui lui veniva tradito…


La mia opinione: Romanzo breve che si sviluppa come un viaggio allucinato tra sogno e realtà, ma che onestamente non mi ha colpita né per lo stile di scrittura, che risulta un po' monocorde, né per la storia, che l'ho trovata poco interessante e a tratti sgradevole per via di una latente misoginia manifestata dal protagonista in varie occasioni e che secondo me rappresenta il pensiero personale dell'autore. La storia vorrebbe proporre un rapporto di coppia di apertura e complicità ma appunto non ci riesce a causa di questi pensieri sessisti che più volte irrompono e che anche se non lo dicono a chiare lettere tendono a voler giudicare solo i personaggi femminili, ma neanche per delle azioni fatte (e qui viene il bello...) ma per dei sogni! Il film di Kubrick (Eyes wide shut) che ne è stato tratto non mi era molto piaciuto, lo avevo trovato parecchio lacunoso e speravo che leggendo questo libro avrei migliorato l'opinione... ma no... tra film e libro molto meglio il film a questo punto.



voto:

domenica 22 novembre 2015

Recensione: CHESIL BEACH - Ian McEwan

La mia recensione su "Chesil Beach" di Ian McEwan.



Titolo: Chesil Beach
Autore: Ian McEwan
Traduzione: Susanna Basso
Editore: Einaudi
Data di pubblicazione: 2007
Pagine: 144
Prezzo: 11,00

Sinossi: In un hotel georgiano che affaccia sulla distesa di ciottoli di Chesil Beach, una coppia di sposi si appresta a consumare la propria cena nuziale e la prima notte che seguirà. Ma il luogo è l'Inghilterra del conservatore Macmillan, l'anno è il 1962 pre-rivoluzione sessuale, e in due giovani tanto innamorati e brillanti nei rispettivi talenti, quanto ignoranti nelle questioni amorose, l'innocenza può trasformarsi in una zavorra rabbiosa e fatale.


La mia opinione: Questo è un romanzo breve ma anticonvenzionale che rimane impresso non solo per i contenuti ma anche per il modo ingegnoso e per alcuni versi "artistico" in cui viene narrato. Si compone principalmente di una sola scena della durata di una mezz'ora al massimo, scena cardine che è l'unica ragione di esistere del romanzo e che viene analizzata approfonditamente descrivendo con dovizia di particolari ogni cosa sia dal punto di vista oggettivo (caratteristiche fisiche delle persone, dei luoghi, degli oggetti...) e sia dal punto di vista soggettivo intimistico ed emozionale dei due protagonisti della storia (Florence e Edward, una coppia di neo-sposi alla loro prima notte di nozze). La tematica affrontata è assai peculiare e offre un duplice confronto tra due persone che la pensano diametralmente all'opposto ma che per varie ragioni, tra cui l'educazione e la riservatezza personale, non ne hanno mai parlato e darà quindi luogo a una sequela di equivoci e a una rapida discesa verso un inaspettato epilogo. Nel leggere questo libro mi sono sentita quasi più una spettatrice che una lettrice perché fin dall'inizio le scene che si presentano sono talmente vivide e ben descritte che appaiono reali come a guardarle. Ma lo stile narrativo non è totalmente omogeneo e ci sono anche un paio di capitoli in cui l'autore decide di farci prendere una pausa dalla scena centrale che si sta svolgendo per raccontarci il passato dei personaggi, il contesto in cui sono cresciuti e il destino che li ha fatti incontrare. Indubbiamente la scrittura di McEwan rimane eccellente anche durante questi passaggi, che però risultano forse eccessivamente dettagliati rispetto all'importanza secondaria che hanno rispetto alla scena principale e questo può creare dei piccoli moti di noia in cui non si vede l'ora di ritornare a seguire la "vera" storia. Ciò non toglie che è nell'intento dell'autore creare questo genere di approccio altalenante al suo romanzo, una sorta di "tira e molla" ben costruito. In definitiva penso che "Chesil Beach" sia un libro da leggere, dai contenuti relativamente leggeri e abbastanza breve come numero di pagine, ma scritto magistralmente e che rimane impresso molto più a lungo del tempo impiegato per terminarlo. Una piccola perla da conservare nella propria libreria come tutti i libri che meritano.

PS= Per chi ha già avuto modo di leggere "Espiazione" e ha apprezzato il particolare stile narrativo della prima parte del suddetto libro sono sicura amerà anche "Chesil Beach", dato che a mio avviso ci sono alcuni aspetti similari a livello "creativo". Intendiamoci, Ian McEwan non è un autore dal quale ci si può aspettare elementi in comune tra un romanzo ed un altro, tutti i suoi romanzi sono talmente diversi tra loro, sia per stile che per contenuti che sembrano addirittura scritti da persone diverse (ne ho letti al momento solo quattro, di cui uno non mi è piaciuto per niente al punto tale di assegnargli una sola stellina di valutazione, mentre gli altri mi erano piaciuti anche se in modo diverso... quindi potrete capire che anche se ti piacciono un paio di suoi libri non puoi buttarti a capofitto pensando di andare sul sicuro), ma pur essendo profondamente diversi sono riuscita a ritrovare in "Chesil Beach" alcune delle sensazioni provate mentre leggevo la prima parte di "Espiazione" (e ci tengo a precisare: solo la prima parte), una caratteristica assolutamente positiva dato che per me la prima parte di "Espiazione" era stata un vero e proprio colpo di fulmine.



voto: