lunedì 23 marzo 2015

Recensione: LA GRANDE AVVENTURA - Robert Westall

La mia recensione su "La grande avventura" di Robert Westall.


Titolo: La grande avventura
Autore: Robert Westall
Traduzione: Lorena Dolci
Editore: Mondadori
Data di pubblicazione: Marzo 1993
Pagine: 176
Prezzo: -

Sinossi: Inghilterra, Seconda Guerra Mondiale: Harry, dodici anni, ha perso la sua famiglia durante un bombardamento, e sa che adesso lo aspettano l'orfanotrofio e o l'adozione. Ma lui non è tipo da adattarsi alle regole, e si nasconde, deciso ad evitare la tutela dei servizi sociali. A fargli compagnia e a proteggerlo c'è Don, un cane lupo diventato suo amico inseparabile, che divide con lui l'assoluto libertà e la continua fuga. Ma la grande avventura di Harry sarà piena di rischi e di incontri tutt'altro che raccomandabili, finché un vero amico lo prenderà con sé. E la storia potrebbe finire così, con un classico lieto fine, se non ci fosse in agguato un incredibile colpo di scena...


La mia opinione: Un bel libro per ragazzi ambientato in Inghilterra nel corso della seconda guerra mondiale, con una storia di fughe e incontri bizzarri, alcuni piacevoli e altri meno, che metteranno a dura prova il protagonista dodicenne e il suo amico cane. In questo libro l'aspetto che risalta maggiormente, a parte la trama piuttosto interessante e avventurosa, sono le sensazioni e pensieri del protagonista, che sono espressi bene. Nonostante lo stile di scrittura semplice e non troppo approfondito è comunque facile entrare in empatia con lui e questo è una caratteristica che non sempre si trova nei romanzi per ragazzi, dove più comunemente le azioni prevaricano le descrizioni interiori. Un'altro aspetto che mi ha colpita moltissimo è stato il finale, veramente inaspettato e totalmente diverso dai finali edulcorati e banali che sono soliti nei libri per i lettori più giovani. Per ovvie ragioni non posso dire di cosa si tratta, ma credetemi, è un finale piuttosto controverso e che fa riflettere, forse adatto maggiormente ad un pubblico adulto per essere veramente capito, anche se immagino che non a tutti piacerà dato che risulta piuttosto dissacrante nei confronti dei valori famigliari. A me è piaciuto, sicuramente mi ha lasciata un po' spiazzata ma ne ho apprezzato l'originalità e l'audacia.

voto:



venerdì 20 marzo 2015

Recensione: IO E DEWEY - Vicki Myron

La mia recensione su "IO E DEWEY" di Vicki Myron.


Titolo: Io e Dewey
Autrice: Vicki Myron (con Brett Witter)
Traduzione: Giulia Balducci
Editore: Pickwick
Data di pubblicazione: 2008 (prima edizione Sperling)
Pagine: 279
Prezzo: 9,90 euro

 
Sinossi: In una gelida mattina d'inverno, Vicki, la direttrice della biblioteca di Spencer, nell'Iowa, trova un gattino semicongelato nella cassetta di restituzione dei libri e decide di prendersene cura. Fin dal primo istante, Dewey – così viene battezzato il micetto – conquista il cuore della donna e di tutti coloro che incontra con la sua contagiosa simpatia. Per diciannove anni sarà l'inquilino più amato, coccolato e apprezzato della biblioteca.


La mia opinione: Quando inizio un libro e non ho voglia di andare avanti è un brutto segno. Ed è quello che è successo con questo libro, iniziato più di un mese fa e accantonato per letture migliori finché oggi non l'ho ripreso in mano imponendomi di finirlo una volta per tutte. Premetto: io AMO i gatti ed è forse questo l'unico motivo che mi ha spinto a leggere questo acclamato bestseller, ma la verità è che mi aspettavo una storia di tutt'altro tenore, tenendo conto, appunto, che si trattava di un bestseller e non di un libro qualsiasi passato in sordina.
Il problema di questo libro è lo stile di scrittura, per nulla accattivante, molto piatto, ma ancora peggio sono stati i contenuti. Io mi aspettavo di leggere la storia di un gatto, mi aspettavo che il libro vertesse TOTALMENTE su tale argomento, invece il gatto sembra quasi un pretesto per l'autrice di raccontarci la sua vita personale, le sue disgrazie in famiglia e la storia dello sviluppo economico della sua cittadina. Due terzi del libro è totalmente fuori tema! Quando per pagine e pagine vengono accuratamente descritte tutte le fasi di sviluppo economico della città di Spencer nello stato americano dello Iowa, incluse noiose statistiche e percentuali e poi lo stesso accade per la storia della biblioteca della città, descrivendo com'era 50 anni prima e come è poi stata ristrutturata... io in quei momenti ho pensato che stavo leggendo il libro sbagliato! E anche per quanto riguarda la descrizione delle malattie gravi avute dai famigliari dell'autrice, il dramma della sua malattia... cioè... mi dispiace tanto per lei... ma io volevo leggere la storia di Dewey!!!
Quelle parti del libro le ho trovate assolutamente superflue e noiose, ma per fortuna c'è dell'altro, perché tra una divagazione e l'altra viene anche raccontata la storia di Dewey, e quella mi è piaciuta tanto. L'ho trovato un gatto delizioso, come si fa a non amarlo! Solo il fatto che si tratta di una storia vera vale la pena conoscerla e poi scontato dire che il finale fa sciogliere in lacrime. Solo avrei voluto che tutto il libro parlasse di lui perché onestamente di 19 anni di vita viene raccontato un po' pochino. Sono quindi contenta da una parte di avere avuto modo di conoscere Dewey, seppur superficialmente, e molto scontenta dallo stile di scrittura e dalle troppe divagazioni.




voto:


Acquisto consigliato? Acquisto consigliato solo e soltanto a gattofili/e dichiarati, che riusciranno a trovare interessante il libro nonostante le tante parti noiose, e che verranno poi ricompensati con piccole comparse di Dewey qua e là. Sconsigliato a tutti gli altri.

mercoledì 18 marzo 2015

Recensione: ORGOGLIO E PREVEGGENZA - Carrie Bebris

La mia recensione su "Orgoglio e preveggenza" di Carrie Bebris.


Titolo: Orgoglio e preveggenza (o una verità universalmente riconosciuta)
Serie: Le indagini di Mr. e Mrs. Darcy vol. 1
Autrice: Carrie Bebris
Traduzione: Alessandro Zabini
Editore: TEA
Data di pubblicazione: Gennaio 2007
Pagine: 291
Prezzo: 10,00

Sinossi: «È cosa nota e universalmente riconosciuta che uno scapolo in possesso di un solido patrimonio debba essere in cerca di moglie.» Ed è una verità cui non si sottrae Mr. Frederick Parrish, ricco e affascinante gentiluomo americano, che sta per convolare a nozze con Caroline Bingley. Un’atmosfera di festa avvolge i fidanzati, ma presto la gioia s’incrina e la coppia è turbata da una serie di strani episodi: fenomeni di sonnambulismo, cavalli imbizzarriti senza una ragione, uno spaventoso incendio e misteriosi incidenti. Qualcuno sta perseguitando i Parrish, ma la pericolosità della situazione pare sfuggire a tutti. A tutti tranne a Elizabeth e Darcy, amici della giovane donna e anch’essi sposi novelli, che mettono da parte i progetti per la luna di miele per aiutare Caroline. Un innamorato respinto? Un socio d’affari tradito? Un parente invidioso? O un eccentrico seguace del paranormale? Chi si cela dietro questa trama sinistra che sembra trascinare Caroline come un gorgo verso la follia?


La mia opinione: Premettendo che i romanzi della Austen mi piacciono anche se non ne sono una fan scatenata e che "Orgoglio e pregiudizio" l'ho letto una sola volta anni fa e non me lo ricordo benissimo, questo seguito alternativo di "Orgoglio e pregiudizio", che da il via a una serie in cui saranno protagonisti i coniugi Mr. e Mrs. Darcy, l'ho trovato parecchio convincente. Il mercato editoriale pubblica molte fiction che prendono spunto dai classici della letteratura e dai loro personaggi più amati e sono viste con molto scetticismo e giudicati duramente da ogni appassionato e purista, ma lasciando da parte ogni prevenzione si possono trovare romanzi validi che pur non potendo mai competere con l'originale sono comunque dei buoni libri.
"Orgoglio e preveggenza" per me rientra in pieno nella categoria sopra descritta. La storia inizia proprio dove la Austen aveva messo la parola fine alla sua, ovvero dal matrimonio tra Darcy ed Elizabeth Bennet. Avevo paura che le ambientazioni e il linguaggio utilizzato dall'autrice non potesse minimamente ricreare le atmosfere austeniane ma mi sono dovuta ricredere perché la scrittura e le descrizioni di ambienti e personaggi sono assolutamente pertinenti e la sensazione è stata proprio quella di rituffarsi in tale epoca, tra i personaggi del libro originale. E' stata una lettura piacevolissima che è stata per me una vera rivelazione, dato che mi aspettavo davvero molto ma molto di peggio. Invece la Bebris scrive bene e sa tenere alta l'attenzione del lettore. La novità della storia, novità che non è stata accolta positivamente dalla maggior parte dei lettori, è che la trama prende una piega da romanzo giallo, con un pizzico di paranormale, e questo stride molto con la natura dei libri della Austen che non avrebbero mai trattato tali tematiche. Prendo atto che questa è stata una mossa azzardata e che in effetti il lettore rimane un po' spaesato da questo cambiamento, anche io ho avuto qualche perplessità ad accettarlo, soprattutto sul finale, ma bisogna altresì prendere atto che è una realtà universalmente riconosciuta che questo libro non è stato scritto da Jane Austen ed è quindi inutile angustiarsi e desiderare a tutti i costi che l'abbia scritto lei, (non è così!!!) e prima il lettore amante dei classici si arrenderà all'evidenza e prima riuscirà ad apprezzare questo libro che, ripeto, è davvero ben scritto e ben descritto, meglio di così un'autrice del nostro secolo non so cos'altro potrebbe fare.
In definitiva per me il voto è il massimo per quando riguarda lo stile di scrittura e un po' meno per quanto riguarda la trama in generale, ma comunque sono soddisfattissima di averlo letto e leggerò certamente anche i seguiti di questa serie. Dirò di più... ho trovato carinissima la presenza di citazioni tratte da "Orgoglio e pregiudizio" all'inizio di ogni capitolo e mi è piaciuto così tanto ritrovare i personaggi del libro che grazie alla Bebris "Orgoglio e pregiudizio" mi è addirittura venuta voglia di rileggerlo!!!

voto:



Acquisto consigliato? Sì, consigliato a tutte le lettrici amanti dell'ambientazione classica e i romanzi della Austen senza però disdegnare a priori i sequel alternativi.

lunedì 16 marzo 2015

Recensione: EASTER PARADE - Richard Yates

Ecco la mia recensione al libro "Easter Parade" di Richard Yates.




Titolo: Easter Parade
Autore: Richard Yates
Traduzione: A. Lombardi
Casa editrice: Minimum Fax
Pagine: 283
Data di pubblicazione: Ottobre 2008
Prezzo: 11,50

Sinossi: Easter Parade, uscito originariamente nel 1976 e ora pubblicato per la prima volta in Italia, è un romanzo esemplare della sensibilità di Yates: una saga familiare senza concessioni al romanticismo, un limpido ritratto di esistenze borghesi in bilico fra la mediocrità e le aspirazioni. Le protagoniste sono due sorelle, dal carattere diverso - Sarah più solare e convenzionale, Emily più chiusa e indipendente - ma sempre unite da un legame che a tratti si trasforma in rivalità; i loro destini si dipanano per quasi cinquant'anni, sullo sfondo di un'America che man mano perde la sua innocenza gioiosa (quella immortalata in un'istantanea della parata di Pasqua a cui si riferisce il titolo), alla ricerca di una "felicità" difficile tanto da identificare quanto da ottenere.



La mia opinione: Un libro drammaticissimo e senza speranza che ho letto nell'arco di sole 24 ore da quanto è scorrevole, ma che lascia addosso una tristezza come pochi romanzi riescono a lasciare. La cosa che sconcerta di più il lettore nel leggere della vita di queste due sorelle è che in realtà non capita nulla di veramente devastante per far sì che la loro sia una storia drammatica, i personaggi di questo romanzo non conoscono guerre e carestie e vivono nella nazione più benestante e invidiata del mondo, la loro vita è normalissima ed è per questo che il messaggio negativo trasmesso dal racconto delle loro esistenze rimane tanto impresso. E' destabilizzante scoprire che il raggiungimento della felicità sia una chimera, mentre l'infelicità sia alla portata di tutti indipendentemente del tipo di vita che si decide di fare. L'autore descrive infatti due percorsi di vita diametralmente opposti, legati solo dalla stretta parentela, che continuano ad allontanarsi e si riavvicinano solo in rare circostanze, ma che convergono poi inesorabilmente nella medesima decadenza. Ogni situazione viene narrata sapientemente e con la massima precisione, mantenendo uno stile di scrittura scorrevole pur entrando in profondità nel caratterizzare ogni personaggio. E' un romanzo veramente facile da leggere, ma per niente facile da metabolizzare. Personalmente l'ho apprezzato per tanti motivi, descrizioni perfettamente riuscite in primis, ma da non dimenticare anche la mancanza di luoghi comuni, fronzoli e falsi romanticismi e per l'intento (peraltro riuscitissimo) di sfatare ogni mito della ricerca della felicità americana. L'unica piccola pecca è il distacco emotivo con cui l'autore espone i fatti, lasciando sempre una leggera barriera tra lettore e protagoniste, questo è a mio avviso l'unica ragione per non dare al libro 5 stelline.




voto:



Acquisto consigliato? Sì, lo consiglio a chiunque voglia fare i conti con una storia realistica e spietata e a chi è stanco dei finali edulcorati e politicamente corretti.

sabato 14 marzo 2015

Piccole e brevi considerazioni su: COME UN ROMANZO - Daniel Pennac



Titolo: Come un romanzo
Autore: Daniel Pennac
Traduzione: Yasmina Melaouah
Editore: Feltrinelli
Data di pubblicazione: Marzo 1993
Pagine: 139
Prezzo: 6,50 euro

Sinossi: È proprio attraverso l'analisi del comportamento, di come giorno dopo giorno interagiamo con l'oggetto libro e i suoi contenuti, che Pennac riesce a dimostrare alcune storture dell'educazione non solo scolastica, ma anche familiare. Laddove, normalmente, la lettura viene presentata come dovere, Pennac la pone invece come diritto e di tali diritti arriva a offrire il decalogo. Piena libertà dunque nell'approccio individuale alla lettura perché "le nostre ragioni di leggere sono strane quanto le nostre ragioni di vivere".


La mia opinione: Ormai è ampiamente risaputo che i diritti IMPRESCINDIBILI del lettore sono i seguenti:

1. Il diritto di non leggere
2. Il diritto di saltare le pagine
3. Il diritto di non finire un libro
4. Il diritto di rileggere
5. Il diritto di leggere qualsiasi cosa
6. Il diritto al bovarismo (malattia testualmente contagiosa)
7. Il diritto di leggere ovunque
8. Il diritto di spizzicare
9. Il diritto di leggere a voce alta
10. Il diritto di tacere

E nella lettura di questo libro io mi sono concessa il diritto numero 2!!!!
Ho praticamente saltato tutte le pagine fino a leggere solo i (pochi) passaggi interessanti. Forse sarà che questo libro ormai ha fatto il suo tempo, al suo interno si fanno riferimenti a una modernità che prevede lettori di cassette musicali, e purtroppo, quando i contenuti dei libri di saggistica diventano datati non c'è più nulla da fare, i saggi non preservano intatta la loro bellezza nonostante lo scorrere del tempo come succede per i romanzi!!!! E poi è un testo quasi esclusivamente pedagogico... davvero troppo per i miei gusti. Speravo che fosse un libro adatto a chi ama leggere ma invece io, da amante della lettura, mi sono proprio annoiata! E poi che cosa sia il "diritto al bovarismo" citato nel punto 6 mica l'ho capito, ha a che vedere con qualche riferimento a Madame Bovary, ma, essendo un libro di cui mi ricordo molto poco, mi sfugge del tutto il collegamento e l'autore non è stato affatto bravo a spiegarlo. Molto meglio leggersi un romanzo, piuttosto che questo "come un romanzo"!



voto:


Acquisto consigliato? Capisco chi ne conserva un ricordo affettuoso per averlo letto nel decennio giusto in cui andava letto, e non voglio offendere nessuno, ma a me personalmente questo testo didattico e pedagogico mi è parso ormai trascurabile, adatto solo da leggersi in ambiti scolastici, ma assolutamente non più come libro da leggere per il gusto di leggere!

venerdì 13 marzo 2015

Recensione: L'ASSASSINO DI CORTE e IL VIAGGIO DELL'ASSASSINO - Robin Hobb


Oggi recensisco ben due libri "L'assassino di corte" e "Il viaggio dell'assassino" di Robin Hobb, secondo e terzo libro della trilogia dei Lungavista.




Titolo: L'assassino di corte
Serie: Lungavista vol. 2
Autrice: Robin Hobb
Traduzione: P.B. Cartoceti
Casa editrice: Fanucci
Pagine: 618
Data di pubblicazione: Novembre 2008
Prezzo: 9,90

Sinossi: Il bastardo reale sta crescendo. Fitz ormai non è più un ragazzino inesperto: gli si legge in volto il sangue del padre. È sopravvissuto alla sua prima pericolosa missione come assassino del re eppure, sofferente e amareggiato, sogna di rompere la promessa fatta a re Sagace, rimanendo nel lontano Regno delle Montagne. Ma l'amore mai dimenticato per Molly e la visione di eventi tragici lo riconducono alla corte di Castelcervo, fra i mortali intrighi della famiglia reale dei Lungavista...



La mia opinione: Scrivo questo commento dopo aver già terminato la lettura del terzo libro, non riuscivo a scrivere un commento appropriato senza avere letto il successivo perché mi sembrava che mi mancasse qualche tassello per poterlo giudicare. Ora posso dire che questo libro centrale della trilogia è senz'altro il più bello tra i tre. Mentre il primo libro funge quasi da introduzione e il terzo serve a chiudere le fila in maniera più faticosa di come mi aspettassi, questo secondo libro è il vero fulcro di tutta la storia, il più indimenticabile, il più dinamico a livello di scorrevolezza e velocità delle azioni e anche il migliore sul finale. L'autrice qui da sfoggio di tutta la sua abilità non solo nella descrizione dei suoi personaggi, cosa appurata in tutti e tre i libri, ma anche nella fantasia di creare una storia originale e appassionante dall'inizio alla fine, creando situazioni per un certo verso così irritanti e cattive che è quasi impossibile non parteggiare e indignarsi contro le tante cose negative che capitano al protagonista e ai suoi amici. Nonostante sia un libro molto corposo (618 pagine) è comunque di facile lettura, non perché non vi sia al suo interno una trama complessa, anzi, ma risulta talmente interessante leggerlo che non si fa la minima fatica. E poi il finale... il finale! Il finale è splendido, e non dico splendido perché succedono belle cose, ma perché è talmente fuori dall'ordinario, talmente crudele e al tempo stesso perfetto, riesce ad infondere al lettore una carica di energia e crea tantissime aspettative per il libro successivo. Sì, senza dubbio questo tra i tre libri è quello che si merita il massimo dei voti.




voto:






Titolo: Il viaggio dell'assassino
Serie: Lungavista vol. 3
Autrice: Robin Hobb
Traduzione: P.B. Cartoceti
Casa editrice: Fanucci
Pagine: 848
Data di pubblicazione: Novembre 2008
Prezzo: 9,90

Sinossi: Si conclude con questo volume la trilogia dei Lungavista e Fitz affronta il suo destino: la sorte del Regno dei Sei ducati è nelle sue mani... così come quella del mondo intero. Il re Sagace è morto per mano del figlio Regal. Anche Fitz è morto, o almeno così credono i suoi amici e nemici. Ma con l'aiuto dei suoi alleati e dello Spirito riemerge dalla tomba, segnato da una profonda cicatrice che gli solca il corpo e l'animo. Il regno è vicino alla rovina: Regal ha saccheggiato la capitale per poi abbandonarla, mentre il legittimo erede, il principe Veritas, è perso nella sua folle ricerca, forse destinato a morire. Solo il ritorno di Veritas, o la successione che spetta di diritto a sua moglie, potrà salvare i Sei Ducati. Ma Fitz non resterà a guardare.



La mia opinione: Questo terzo ed ultimo libro della trilogia dei Lungavista è il più lungo in termini di pagine, ma anche tra i tre il meno scorrevole e richiede una concentrazione maggiore. Di certo la Hobb ha un talento innato per tratteggiare i suoi personaggi e farti entrare nella loro mente con una disinvoltura tale che sembra di conoscerli da sempre. E in questo caso il compito è più arduo che in qualsiasi altro romanzo, dato che il protagonista, oltre i propri pensieri, ha la facoltà di interagire mentalmente con lo spirito degli animali, e come se non bastasse, ha anche dei poteri mentali che lo collegano a persone che condividono la sua stessa propensione. Cosa sicuramente difficilissima da descrivere in un libro, ma la Hobb ci riesce egregiamente, solo sul finale notiamo una leggera confusione, dovuta al fatto che nell'ultima parte del libro la concentrazione dei vari poteri è tale che si crea una sovrapposizione difficilissima da spiegare e forse qui l'autrice ha infatti esagerato un po'. Per il resto nel libro succedono tantissime cose fin dall'inizio e i momenti di stallo sono davvero pochi. Ciò nonostante una sfoltita al testo non avrebbe fatto male, perché alcuni passaggi non sono proprio fondamentali, ma chi ha amato i primi due libri non ne rimarrà deluso. Siamo dinnanzi a un romanzo fantasy di alto livello, e anche se alcune scelte dell'autrice non piaceranno a tutti, non si può negare che si tratta comunque di scelte non banali. Il finale soprattutto è talmente agrodolce che quasi non te lo aspetti e forse arriva fin troppo velocemente rispetto alla parta centrale della storia che occupa ben più dei tre quarti del libro. Al di là del finale lieto e meno lieto che viene auspicato in base a preferenze personali soggettive, penso che invece possa deludere un po' tutti l'epilogo delle relazioni tra i vari personaggi, non tanto per come è andata a finire la storia in generale, non tanto perché la giustizia tanto agognata venga riscattata o meno, ma per come in particolare si assiste ad un disgregamento relazionale che lascia una sensazione di vuoto assoluto come se fosse la fine di un'epoca. Come dice il titolo stesso, in questo libro troviamo il VIAGGIO finale dei personaggi della trilogia e dopo averlo terminato la sensazione è proprio quella di avere affrontato un lungo e faticoso viaggio senza ritorno.




voto:




Acquisto consigliato? Sì, consiglio questa trilogia a tutti gli amanti del fantasy complesso e non banale, a chi ama le caratterizzazioni vivide e le descrizioni approfondite, senza tralasciare una buona dose di azione e tanti tanti colpi di scena

lunedì 2 marzo 2015

Recensione: CERCANDO ALASKA - John Green

La mia recensione su "Cercando Alaska" di John Green.



Titolo: Cercando Alaska
Autore: John Green
Traduzione: Lia Celi
Editore: RL libri
Data di pubblicazione: Maggio 2006 (prima edizione)
Pagine: 349
Prezzo: 5,90 euro

 
Sinossi: Miles Halter ha sedici anni e sente di non aver ancora veramente vissuto. Assetato di esperienze lascia il tranquillo nido familiare per cercare il suo Grande Forse a Cuvler Creek, un prestigioso liceo in Alabama. E qui la sua vita prenderà finalmente un altro passo. Culver Creek sarà il luogo di tutte le cose possibili. E di tutte le prime volte. E' lì che conosce Alaska Young. Brillante, spiritora, imprevedibile, intelligente e spavalda, sexy quanto lo si può essere, per Miles diventa un pensiero fisso, una magnifica ossessione e un enigma. Lei lo attira nel suo mondo, lo lancia nel Grande Forse, e gli ruba il cuore. Poi... niente sarà più come prima.


La mia opinione: "Cercando Alaska" è un libro che pensavo diverso. Ne avevo tanto sentito parlare e auspicavo ad una storia appassionante e coinvolgente fin dall'inizio. So che l'autore scrive bene (avevo già letto "Colpa delle stelle" che mi era piaciuto) e forse questo ha innalzato troppo le aspettative, perché invece questa storia è stata per tre quarti di una banalità sconcertante. La narrazione è scorrevole, però ho fatto fatica ad andare avanti perché non succede niente, i capitoli si succedono l'uno all'altro e continuavo a chiedermi quando la storia sarebbe entrata davvero nel vivo. E' una storia ambientata in un college americano, con protagonisti adolescenti, e viene descritto lo scorrere delle giornate in maniera fin troppo approfondita, raccontando particolari banali che non vale la pena di sapere, e dialoghi nei minimi dettagli che anch'essi non vale la pena di sapere. Ogni capitolo riporta nel titolo una sorta di conto alla rovescia ed è naturale chiedersi cosa succederà allo scadere del conto, quindi vi è aspettativa nell'attenderlo, ma vi è anche delusione perché si arriva a metà libro e ancora niente, perché il conto alla rovescia finirà solo al raggiungimento di ben tre quarti del libro. Nonostante non sia una lettura particolarmente lunga o difficile ho impiegato dieci giorni ad arrivare alla fine del conto e da quel punto solo un giorno per finire il libro, perché da lì in poi il coinvolgimento finalmente c'è e la storia si risolleva. "Cercando Alaska" è un romanzo dal timbro tipicamente adolescenziale, ma con dei personaggi principali che ricoprono male il ruolo di adolescenti, si prendono troppo sul serio, hanno modi di fare senza spensieratezza, sono fin dall'inizio troppo nostalgici e cerimoniosi, con un cipiglio da veterani di guerra (uno dei ragazzi si fa addirittura chiamare "Il colonnello" e più volte l'ho trovato poco credibile), ma sorprendentemente, nonostante tutti i piccoli difetti che non fanno assolutamente gridare al capolavoro, una volta terminata la lettura sono stata contenta di averla intrapresa, perché sul finale il libro riesce a dare un senso a tutta la storia rivelandola per quello che è, ovvero un romanzo di formazione. Certo, non me la sento di dargli un voto alto perché inizialmente manca del tutto di mordente e i protagonisti come ho già detto non sono poi caratterizzati così bene, ma ci sono tante belle riflessioni e frasi che trasmettono tanto al lettore e in definitiva i pregi permettono di sorvolare abbastanza sui difetti, quindi una sufficienza è più che meritata.




voto:


Acquisto consigliato? Una lettura carina senza troppe pretese, che può entrare maggiormente nel cuore di lettori adolescenti. E' di un livello inferiore a "Colpa delle stelle" perciò non avvicinatevi con troppe aspettative se come me l'avete già letto.
Consiglio altresì di non leggere assolutamente la trama scritta sulle nuove edizioni in commercio perché rovina completamente la sorpresa di ciò che accadrà (unica cosa che tiene sulle spine fino in fondo. La sinossi che ho copia-incollato io è invece quella più innocua della vecchia edizione).