lunedì 30 aprile 2018

Apertura canale YouTube

Ciao a tutti, vi volevo avvisare che da oggi ho aperto un canale YouTube, sul quale parlerò principalmente di libri, ma non escludo che possa di tanto in tanto aggiungere video su altri argomenti. Il canale YouTube sarà un'integrazione al mio blog. Non smetterò di scrivere sul blog e postare le mie recensioni ai libri letti, ma su YouTube aggiungerò Book-Haul e Wrap-up e parlerò di altri argomenti sui libri di cui non parlo sul blog. 
Se vi fa piacere seguitemi anche lì e iscrivetevi al mio canale, ve ne sarò grata. Il canale è aperto da pochissime ore, quindi è un canale ancora totalmente sconosciuto, e ogni visitatore in più è il benvenuto.
Vi lascio il video al Book-Haul (ovvero, al mio bottino libresco) del primo quadrimestre 2018, una bella pila di libri, come potete vedere dall'immagine di anteprima :-)


Il link al mio canale è: https://www.youtube.com/user/SaraBooklover


sabato 28 aprile 2018

Mini Recensione: L'ASSASSINO CHE E' IN ME di Jim Thompson

Disclaimer: non recensisco i libri in base a verità oggettive ma solo in base ad opinioni personali, quindi qualsiasi giudizio è soltanto una mia opinione.


Titolo: L' assassino che è in me
Autrice: Jim Thompson
Traduzione: A. Martini
Editore: Fanucci
Data di pubblicazione: Gennaio 2003
Pagine: 240
Acquista ebook: https://amzn.to/2MoTP4S

Sinossi: Lou Ford è il vicesceriffo di una piccola città del Texas. La cosa peggiore che si può dire di lui è che sia un po' noioso, un po' troppo lento, a volte saccente. Ma nessuno immagina il suo male nascosto, la malattia che lo ha quasi rovinato quando era giovane. E quel male è di nuovo sul punto di tornare in superficie, irrefrenabile e violento. Perché la vita non ha niente da dare agli uomini come Lou, se non brevi momenti di feroce energia, sempre raggelati dall'oceano nero del destino.
Ma una mattina Rachel, su quella veranda, vede qualcosa che non dovrebbe vedere. E da quel momento per lei cambia tutto. La rassicurante invenzione di Jess e Jason si sgretola, e la sua stessa vita diventerà inestricabilmente legata a quella della coppia. Ma che cos’ha visto davvero Rachel?


La mia opinione: Prosa molto asciutta e asettica, ma comunque piuttosto coinvolgente. Più che un romanzo sembra un lungo racconto di una confessione. Il protagonista, con scrittura in prima persona, confessa ciò che fa, ma senza mai essere capace di spiegare realmente il perché delle sue azioni, ma sempre spinto da una lucida e immotivata follia. Diciamo che di questo libro ho apprezzato l'estrema peculiarità stilistica e anche l'ambientazione (il profondo sud americano anni 50), mentre ho apprezzato meno i dialoghi, molto spesso con uno stile troppo colloquiale, con frasi spezzate e lasciate a metà. Frasi che lasciano a intendere ma dicono poco e rendono la lettura un po' ostica e poco scorrevole.

Consigliato? Sì e no. Come storia non l'ho trovata affatto malvagia ma in generale mi aspettavo di meglio. Se le prose troppo asciutte e i dialoghi che finiscono nel nulla non vi infastidiscono, allora può fare per voi.



voto:

lunedì 16 aprile 2018

Recensione: MISTER PIP - Lloyd Jones

Disclaimer: non recensisco i libri in base a verità oggettive ma solo in base ad opinioni personali, quindi qualsiasi giudizio è soltanto una mia opinione.


Titolo: Mister Pip
Autore: Lloyd Jones
Traduzione: Andrea Sirotti
Editore: Einaudi
Data di pubblicazione: Settembre 2007
Pagine: 218
Prezzo: 14,50 euro

Sinossi: Il tempo sospeso dell'embargo imposto a un'isoletta ribelle del Pacifico presenta alla piccola Matilda solo giorni tutti uguali; persino la lotta tra i "pellerossa", i soldati governativi, e i "rambo", guerriglieri contrari alla miniera dei bianchi, sembra destinata a sfiorare appena la vita del suo villaggio. Ma l'ultimo uomo bianco rimasto sull'isola, il bizzarro Mr Watts, ha in serbo una curiosa sorpresa per i bambini della scuola: leggerà loro il piú bel romanzo di Mr Dickens, "Grandi speranze". Combattuta tra una madre severa e religiosa, dai rari e luminosi sorrisi, e quel maestro improvvisato - eccentrico, malinconico e pieno di fantasia - Matilda trova rifugio nell'Inghilterra vittoriana, dove scopre amicizie e avventure, un mondo tutto nuovo e la cosa piú importante: la propria voce, il tesoro prezioso che non la abbandonerà mai piú. Cosa accade, però, quando i confini tra personaggi di fantasia e vita autentica si fanno più labili, quando le differenze tra scrittore e lettore diventano tanto sfumate da risultare indistinguibili? Sarà Mr Watts a cercare, con la forza del racconto, di affascinare bambini, adulti e guerriglieri, per tenere lontano dal villaggio il conflitto... Eppure a volte gli incroci tra racconto e realtà possono rivelarsi pericolosi, e anche evocare personaggi immaginari come Pip può mettere in moto un'ottusa e inarrestabile macchina da guerra. Neanche la letteratura, però, sarà capace di fermare la violenza e la stupidità, e soltanto dopo molti anni, adulta lei stessa, Matilda potrà ricomporre i pezzi della propria storia: Mr Pip la riporterà a casa.


La mia opinione: Apparentemente è una storia semplice, apparentemente è un romanzo di formazione per ragazzi, apparentemente sembra un libro "defaticante" adatto ai periodi di svago e da alternare con letture più complesse. Dico "apparentemente" perché poi in realtà non è davvero così, in realtà durante la lettura mi sono resa conto che all'interno di questa storia c'è un caleidoscopio di storie e non è una lettura così semplice come avevo immaginato all'inizio. E poi è triste. E' un libro di una tristezza infinita, quella tristezza che rimane dentro come l'umidità nei muri. Non so se mi sia davvero piaciuto. In parte gran sì, è un libro interessante, è un libro per chi ama i libri, è un libro per chi in particolare ama "Grandi Speranze" di Charles Dickens, perché questo romanzo della Londra vittoriana viene continuamente menzionato, vengono letti ed analizzati dei brani, vengono fatti dei parallelismi tra la storia di "Grande speranze" e la storia di questo libro, ambientato in una piccola e remota isoletta dell'oceano pacifico, scosso dalla guerra divisionista tra tribù ribelli, che non ha davvero niente a che vedere con le ambientazioni Dickensiane, non ci potrebbe essere niente di più agli antipodi. Eppure riesce a costruirsi un ponte tra questi mondi così diversi e incompatibili. E' quindi un libro per chi crede nella forza d'evasione della lettura, per chi crede che i libri possano trasportare in luoghi magici e lontani e far dimenticare i propri problemi. Poi c'è anche il rovescio della medaglia. Succede che il viaggio nel mondo di "Grandi Speranze" fa sognare ma poi il risveglio è ancora più brusco, succede che mischiare la realtà con la fantasia può diventare pericoloso e che l'ignoranza e la cattiveria umana possono trasformare qualcosa di bello in qualcosa di brutto. Succede che il libro che ti ha concesso tanti momenti di evasione e ti salvato ti ha anche condannato. C'è molta ambivalenza e ambiguità all'interno di questa storia e solo leggendolo lo si può capire.
Lo stile di scrittura non è affatto perfetto, anzi lo definirei altalenante, situazioni cariche di dettagli si alternano ad altre non perfettamente descritte e forse è un fattore voluto, dato che la storia viene narrata come se fosse la stessa protagonista a narrarla dopo molti anni, come un ricordo in cui non tutto è rimasto ancorato nella mente allo stesso modo. Alcuni capitoli li ho trovati scorrevoli, altri lenti. Ci sono dei capitoli che mi hanno fatta rimanere incollata alle pagine, altri li ho trovati noiosi, e altri colpiscono inaspettatamente come pugni nello stomaco, e hanno un carico di violenza eccessivo e disturbante nel loro spietato realismo. "Grandi speranze" di Charles Dickens rimane comunque sempre sullo sfondo e nel bene e nel male accompagna per tutta la durata del libro, quindi un requisito quasi fondamentale prima di cimentarsi in questa lettura è quello di averlo già letto e apprezzato.

Consigliato? Solo agli estimatori di Charles Dickens, solo a chi ha amato "Grandi Speranze" e ne ricorda la storia. Non dico che la storia non la si può capire ugualmente, ma leggere "Mister Pip" senza avere letto "Grandi Speranze" è come leggere un libro a metà.

voto:


giovedì 12 aprile 2018

Recensione: LA RAGAZZA DEL TRENO - Paula Hawkins

Disclaimer: non recensisco i libri in base a verità oggettive ma solo in base ad opinioni personali, quindi qualsiasi giudizio è soltanto una mia opinione.


Titolo: La ragazza del treno
Autrice: Paula Hawkins
Traduzione: Barbara Portieri
Editore: Piemme
Data di pubblicazione: Giugno 2015
Pagine: 306
Acquista: https://amzn.to/2OesOCZ

Sinossi: La vita di Rachel non è di quelle che vorresti spiare. Vive sola, non ha amici, e ogni mattina prende lo stesso treno, che la porta dalla periferia di Londra al suo grigio lavoro in città. Quel viaggio sempre uguale è il momento preferito della sua giornata. Seduta accanto al finestrino, può osservare, non vista, le case e le strade che scorrono fuori e, quando il treno si ferma puntualmente a uno stop, può spiare una coppia, un uomo e una donna senza nome che ogni mattina fanno colazione in veranda. Un appuntamento cui Rachel, nella sua solitudine, si è affezionata. Li osserva, immagina le loro vite, ha perfino dato loro un nome: per lei, sono Jess e Jason, la coppia perfetta dalla vita perfetta. Non come la sua.
Ma una mattina Rachel, su quella veranda, vede qualcosa che non dovrebbe vedere. E da quel momento per lei cambia tutto. La rassicurante invenzione di Jess e Jason si sgretola, e la sua stessa vita diventerà inestricabilmente legata a quella della coppia. Ma che cos’ha visto davvero Rachel?


La mia opinione: Libro interessante per come viene narrata la vicenda (l'alternarsi di più punti di vista in prima persona, con specchi temporali differenti) e per la costante presenza del treno come mezzo in cui si può "spiare" e "fantasticare" sulla vita degli altri. Sicuramente queste due caratteristiche rendono il libro appetibile e originale. Ciò che non eccelle è invece lo stile di scrittura (molto scorrevole, ma fin troppo semplice, quasi banale) e la caratterizzazione dei personaggi, che risultano troppo estremi, peculiarità che portata all'eccesso finisce per risultare anch'essa una "quasi banalità". L'elemento thriller l'ho gradito, non entra subito nella vicenda, ma si insinua dopo alcuni capitoli.
Ho molto apprezzato il fatto che non si tratta di un thriller convenzionale con la solita indagine di polizia in cui il lettore segue la storia dal punto di vista delle indagini. Qui l'indagine di polizia rimane del tutto marginale e il lettore segue la storia attraverso i personaggi coinvolti. Il ritmo narrativo è buono, non annoia e da un capitolo all'altro lascia la curiosità di proseguire la lettura. Buono anche il finale, imprevedibile al punto giusto, con quel pizzico di sadicità che nei thriller apprezzo sempre.

Consigliato? A mio avviso non è un thriller imperdibile, ma essendo la storia originale e scorrevole rimane una buona lettura. Lo classificherei come "thriller da spiaggia", ovvero: piacevole, che cattura l'attenzione al punto giusto e non troppo impegnativo.



voto:

martedì 10 aprile 2018

Recensione: Il MIO NEMICO MORTALE - Willa Cather

Disclaimer: non recensisco i libri in base a verità oggettive ma solo in base ad opinioni personali, quindi qualsiasi giudizio è soltanto una mia opinione.


Titolo: Il mio nemico mortale
Autrice: Willa Cather
Traduzione: S. Tummolini
Casa editrice: Fazi
Pagine: 90
Data di pubblicazione: Giugno 2017
Acquista: https://amzn.to/2x8eyEd

Sinossi: Una notte, la giovane Myra Driscoll scappa di casa portando con sé solamente un manicotto e un portamonete. A passo svelto e testa alta, se ne va per sempre. Raggiunge Oswald Henshawe, giovane spiantato di cui è innamorata, e lo sposa in gran segreto, rinunciando così alla cospicua eredità che le spetterebbe. Un gesto audacemente romantico, che in famiglia diventa una leggenda. Quando, molti anni dopo, una giovane amica le chiede se lei e Oswald sono stati felici, la risposta è glaciale: «Felici? Oh, sì! Come la maggior parte della gente».
E allora a che cosa è servito quel sacrificio? Che senso ha avuto barattare grandi fortune per una vita banalmente normale? Quelle che emergono, in questo romanzo breve ma stratificato, sono le mille sfumature di una figura ambigua e tormentata, una donna tanto risoluta nelle sue clamorose rinunce, quanto incapace di godere di una felicità che di clamoroso non ha nulla. Uno spirito libero che si trova a combattere contro i limiti della quotidianità e la crescente, esasperante consapevolezza di essere una donna totalmente diversa da quella che pensava di essere in giovane età.



La mia opinione: Un romanzo breve molto drammatico e molto carico di significato. Data la sua brevità può essere letto in un giorno. E' una storia che stravolge completamente il mito dell'amore romantico, spogliandolo di ogni aura magica e ottimistica e come tematica l'ho trovata estremamente accattivante. Lo stile narrativo è essenziale, ben calibrato, con belle frasi ad effetto. Non vi è nulla di superfluo. Nessun dialogo, nessuna descrizione è di troppo. Il risultato è soddisfacente, nel senso che il lettore ha l'impressione di venire a conoscenza tutto tutto ciò che era necessario sapere, però in questo caso specifico, mi avrebbe fatto piacere anche qualcosa di più, sia per il gusto voyeristico di soffermarmi sulla vicenda più a lungo e sia per riuscire a carpire altre chiavi di lettura rispetto a quelle fornite. Perché è un romanzo che dice tutto, ha un finale chiaramente definito e ineluttabile, ma nel contempo insinua il dubbio di avere a che fare con qualcosa di parzialmente irrisolto. E' vero che i lieti fine non esistono? La coronazione di un amore contrastato e tanto agognato porta inesorabilmente alla delusione? In questa storia i punti di vista sono discordarti eppure sembra tutto propendere verso un'unica direzione. Ma non è una certezza. E questo dubbio rimane anche dopo avere girato l'ultima pagina.

Consigliato? Assolutamente sì, una storia breve ma intensa, una piccola perla della narrativa americana del 900. Questa nuova edizione Fazi è molto ben curata, personalmente ho acquistato il libro in formato cartaceo e lo terrò tra gli "indimenticabili" della mia libreria.

voto:

sabato 7 aprile 2018

Opinioni al vetriolo: IL SENSO DI SMILLA PER LA NEVE - Peter Høeg

Disclaimer: non recensisco i libri in base a verità oggettive ma solo in base ad opinioni personali, quindi qualsiasi giudizio è soltanto una mia opinione. 

La mia opinione sul libro "Il senso di Smilla per la neve" di Peter Høeg. Sarà un'opinione al vetriolo perché il libro non mi è piaciuto neanche un po'.

 
Titolo: Il senso di Smilla per la neve
Autore: Peter Hoeg
Traduzione: B. Berni
Editore: Mondadori
Pagine: 456
Data di Pubblicazione: 1994
Prezzo: 16,53

Sinossi: Per la polizia non ci sono dubbi: è stato un incidente. Il piccolo Esajas correva sul tetto innevato quando è caduto, precipitando nel vuoto. Ma Smilla non è convinta: lei viene dalla Groenlandia, la neve la conosce bene, e ora quelle impronte le dicono chiaramente che non si è trattato di un incidente... Mentre Copenaghen si prepara a celebrare il Natale, Smilla inizia a indagare, trovandosi pericolosamente a confronto con una serie di inquietanti personaggi, coinvolta in un'indagine destinata a portarla lontano, in viaggio su una nave la cui meta misteriosa è un punto deserto della calotta polare. Perché là, fra quei ghiacci che conosce, teme e rispetta, è nascosta la verità che Smilla cerca. La verità che forse, inconsciamente, ha sempre saputo...


La mia opinione: Questo libro si merita il premio per peggiore protagonista mai incontrata in un libro! Smilla è antipatica, autoreferenziale, arrogante, presuntuosa, tracotante, vittimista, ingrata, che fa la falsa emarginata, che gioca a fare "la-povera-incompresa-dalla-società" e poi si fa ricoprire di soldi dal ricco papà. Ovviamente non senza averlo insultato a dovere dopo aver ottenuto ciò che vuole. Semplicemente irritante all'ennesima potenza! Devo continuare? Già con una protagonista così era veramente difficile che il libro mi piacesse. Ma speravo che almeno la storia fosse un minimo appassionante? Macché! Di una noiosità infinita. Descrizioni inutili su descrizioni inutili. E anche belle lunghe! Impossibile leggere un paio di pagine senza perdere il filo. Veramente il libro peggiore mai letto, il peggiore su tutti i fronti, non c'è una sola caratteristica di questo libro da salvare!


voto: