Editore: Giunti Y
Prima edizione italiana: 2011
Pagine: 304Sinossi: Owen ha tentato sette volte di uccidersi, Audrey ci ha provato tirandosi una padellata in fronte, Jin-Ae ha unghie affilate per ferirsi e Frank vuole solo stare meglio. Sono i Suicide Dogs e sono legati da un patto di morte. I quattro giovanissimi aspiranti suicidi si conoscono online e decidono di attraversare l’America in uno strampalato pellegrinaggio on the road che li porterà sulle tombe dei loro idoli, da Hemingway a Kurt Cobain. Ultima fermata la Death Valley, un degno scenario per onorare il loro estremo drammatico giuramento. Durante il percorso però i ragazzi condivideranno non solo le avventure di viaggio ma anche segreti inconfessabili e desideri mai realizzati. Il loro legame crescerà e si rafforzerà a ogni chilometro. Fino a far nascere sentimenti che metteranno in discussione la loro scelta.
Commento: Owen, Jin-Ae, Audrey e Frank sono quattro ragazzi problematici che fanno conoscenza in chat e organizzano un viaggio on the road con il fine ultimo di onorare i loro intenti suidici.
Ho letto questo libro in una sola giornata (non riuscivo proprio a staccare gli occhi dalle pagine!) e ne sono rimasta soddisfatta. Lo stile di scrittura è molto veloce e dinamico, senza divisione in capitoli, ma intervallato spesso da flashback, spezzoni di chat e divertenti classifiche sulla tematica del suicidio e non. Il fatto che quindi non abbia stilisticamente le classiche caratteristiche che ci si aspetta da ogni libro non mi ha dato minimamente fastidio e, anzi, ho trovato che sia stata un'ottima idea che gli dona un'impronta particolare. La narrazione è in prima persona attraverso gli occhi, i ricordi e i pensieri di Owen, il protagonista; un personaggio che piano piano riesce ad entrare nel cuore del lettore, rivelando le sue paure più recondite, le sue riflessioni sulla morte e infine, la terribile causa della sua tristezza che gli toglie la voglia di vivere. Le tematiche affrontate sono più serie di quanto non traspaia dalle prime pagine di lettura. E' vero che ad un lettore poco attento può sembrare che i quattro ragazzi siano un po' superficiali e che le loro ragioni di togliersi la vita siano banali, ma io personalmente penso che sia sbagliato giudicare chi ha pensieri suicidi, a prescindere dalle motivazioni da loro arrecate. Questo libro mi ha insegnato che la mente umana è fragile e volubile e che spesso nei momenti di sconforto è molto d'aiuto essere in compagnia di altre persone che ti capiscono e ti sostengono. I ragazzi del libro infatti non trovano alcun conforto dalla loro famiglia o dagli istituti mentali preposti a tale scopo, perché lì si sentono inferiori, incompresi e non riescono davvero a tirare fuori ciò che hanno dentro. Invece tra loro si sentiranno finalmente a loro agio e in grado di dar voce ai loro pensieri senza paura di essere giudicati e trattati con aria di sufficienza. In definitiva "Il club dei suicidi" lo considero un buon libro young adult (adatto anche ad un pubblico più adulto), ma non abbiate paura di affrontarlo a causa dei contenuti pesanti o troppo seriosi, perché lo scrittore è stato bravissimo a stemperare momenti drammatici e a intervallare parti tristi con alcune situazioni che divertono e mettono il buon umore. Insomma... è una lettura leggera, ma che al tempo stesso fa riflettere!
Ho letto questo libro in una sola giornata (non riuscivo proprio a staccare gli occhi dalle pagine!) e ne sono rimasta soddisfatta. Lo stile di scrittura è molto veloce e dinamico, senza divisione in capitoli, ma intervallato spesso da flashback, spezzoni di chat e divertenti classifiche sulla tematica del suicidio e non. Il fatto che quindi non abbia stilisticamente le classiche caratteristiche che ci si aspetta da ogni libro non mi ha dato minimamente fastidio e, anzi, ho trovato che sia stata un'ottima idea che gli dona un'impronta particolare. La narrazione è in prima persona attraverso gli occhi, i ricordi e i pensieri di Owen, il protagonista; un personaggio che piano piano riesce ad entrare nel cuore del lettore, rivelando le sue paure più recondite, le sue riflessioni sulla morte e infine, la terribile causa della sua tristezza che gli toglie la voglia di vivere. Le tematiche affrontate sono più serie di quanto non traspaia dalle prime pagine di lettura. E' vero che ad un lettore poco attento può sembrare che i quattro ragazzi siano un po' superficiali e che le loro ragioni di togliersi la vita siano banali, ma io personalmente penso che sia sbagliato giudicare chi ha pensieri suicidi, a prescindere dalle motivazioni da loro arrecate. Questo libro mi ha insegnato che la mente umana è fragile e volubile e che spesso nei momenti di sconforto è molto d'aiuto essere in compagnia di altre persone che ti capiscono e ti sostengono. I ragazzi del libro infatti non trovano alcun conforto dalla loro famiglia o dagli istituti mentali preposti a tale scopo, perché lì si sentono inferiori, incompresi e non riescono davvero a tirare fuori ciò che hanno dentro. Invece tra loro si sentiranno finalmente a loro agio e in grado di dar voce ai loro pensieri senza paura di essere giudicati e trattati con aria di sufficienza. In definitiva "Il club dei suicidi" lo considero un buon libro young adult (adatto anche ad un pubblico più adulto), ma non abbiate paura di affrontarlo a causa dei contenuti pesanti o troppo seriosi, perché lo scrittore è stato bravissimo a stemperare momenti drammatici e a intervallare parti tristi con alcune situazioni che divertono e mettono il buon umore. Insomma... è una lettura leggera, ma che al tempo stesso fa riflettere!
E ora, per dare una migliore panoramica, passiamo a esaminare bene le varie parti che compongono il libro:
Cover (che non influenza il giudizio sul libro): Molto carina e in linea con il contenuto del libro. Promossa a pieni voti :-)
Stile di scrittura: Fresco, dinamico e molto contemporaneo. L'autore è bravissimo a calarsi nella parte del teenager e riesce proprio a dare l'impressione che a scrivere il libro sia un ragazzo e non un adulto.
Idee alla base della storia: Ci sono molti libri con la tematica del suicidio di gruppo, quindi diciamo che come tematica è stata già abbastanza sfruttata (io ad esempio ho letto "Non buttiamoci giù" di Hornby e "Piccoli suicidi tra amici" di Paasilinna), ma questo, pur essendo un YA, l'ho trovato migliore e con delle idee più originali, sia stilisticamente che a livello di trama.
Caratterizzazione dei personaggi: I personaggi si scoprono a poco a poco. All'inizio sono solo superficiali e abbozzati e poi, man mano che la storia continua, vengono descritti meglio. Il personaggio comunque che mi ha soddisfatta maggiormente a livello di caratterizzazione interiore, è stato Owen. Gli altri mi sarebbe piaciuto aver l'opportunità di approfondirli di più.
Editing e traduzione a cura della casa editrice: Ho trovato tutto ben corretto e senza refusi. Anche a livello di traduzione mi è apparso tutto ottimo. Nulla da eccepire.
voto:
Acquisto consigliato? Sì, è un libro molto carino! Da leggere soprattutto se non vi disturbano le tematiche forti, anche se comunque affrontate in maniera piuttosto blanda.
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