Editore: Newton Compton
Data edizione: 2010
Pagine: 320
Sinossi: Jane Eyre è il capolavoro di Charlotte Brontë, l’affresco vivissimo di un’epoca e di una società, la storia di una proposta d’amore inaccettabile dal punto di vista della morale corrente ma che innesca il tormento della passione e la conseguente repressione. Potente figura femminile, l’eroina del romanzo ha ispirato numerose versioni cinematografiche. Cenerentola priva del candore della fiaba, Jane è la piccola governante che affascina e poi sposa il suo padrone, né bella né attraente secondo i canoni ottocenteschi della femminilità, forse ignara delle arti sottili della seduzione, ma animata da una volontà incrollabile che travolge ogni ostacolo e la preserva immune dalle tentazioni disseminate sull’aspro cammino che conduce alla realizzazione di sé come donna.
Commento: E' un romanzo davvero delizioso. Lo stile di strittura è semplicemente perfetto, scorrevole e al tempo stesso ricco di descrizioni vivide e affascinanti. I dialoghi sono acuti ed ironici. Impossibile rimanere indifferenti dinnanzi ad un libro di questo calibro. Anche la storia è ben costruita, tutt'altro dal risultare banale o prevedibile, una gioia per chi come me ama riscoprire il fascino dei classici. Tuttavia, non riesco a dare il massimo dei voti, in quanto l'indiscussa protagonista ed eroina del romanzo, Jane Eyre, non trova pienamente la mia simpatia. Jane, dovrebbe essere un personaggio con una forte personalità, dalla mente aperta e dal carattere indomabile... o almeno, così si presenta ad inizio libro e così mi sarebbe piaciuto che continuasse ad essere. Invece crescendo l'ho trovata spenta e rassegnata. Quel suo modo di accettare e professare lei stessa certi bigottismi moralisti mi hanno lasciato l'amaro in bocca. Quel suo modo di ostentare il suo status di "inferiore della società" mi ha profondamente irritata (allo stesso modo che se fosse stata nobile e avesse ostentato la sua ricchezza.) Insomma... nonostante abbia cercato con tutta la mia buona volontà di immedesimarmi in lei e nell'epoca in cui è stato scritto il romanzo, più di una volta mi sono trovata totalmente discorde con il suo modo di comportarsi e non sono riuscita a capirla! Trova invece tutta la mia indiscussa stima il signor Rochester, lui sì che ha dimostrato di essere un personaggio non convenzionale e unico, assolutamente indimenticabile!
E ora, per dare una migliore panoramica, passiamo a esaminare bene le varie parti che compongono il libro:
Cover (che non influenza il giudizio sul libro): Carina ed essenziale.
Stile di scrittura: Assolutamente perfetto. Scorrevole, ma complesso. Ottimi i dialoghi e ottime le descrizioni di luoghi e persone.
Idee alla base della storia: Come tutte le storie d'amore ha caratteristiche in comune con altri libri, ma trovo che comunque la Bronte sia stata in grado di dare al suo romanzo molte idee particolari che non si ritrovano in nessun altro libro dell'epoca. Ne sono rimasta soddisfatta.
Caratterizzazione dei personaggi: I personaggi sono caratterizzati all'ennesima potenza. A parte i personaggi principali, descritti talmente bene che sembra di conoscerli da sempre, anche i secondari hanno una loro caratterizzazione personale ed unica. L'animo umano è stato indagato a fondo, con occhio vigile e indagatore, scoprendo pregi e difetti di ognuno.
Editing e traduzione a cura della casa editrice: Ho trovato tutto ben corretto e senza refusi. Anche a livello di traduzione mi è apparso tutto ottimo. Nulla da eccepire.
voto:
Acquisto consigliato? Sì, è una di quelle letture che non può proprio mancare!
Non vorrei venire qui sempre a dire la mia e discordare dal tuo parere...ma Jane non smette mai di combattere! E non è rassegnata alla sua condizione. Nel suo mondo innamorarsi del proprio padrone, sposarlo addirittura, era giudicato scandaloso eppure lei lo ama, incondizionatamente e affronta tutti per questo amore. E non si fa mettere i piedi in testa: quando si scopre la verità su Bertha lei fa ciò che forse molte di noi avrebbero fatto ovvero andare via da chi ci ha spezzato il cuore. Sarebbe potuta rimanere, ma così facendo sarebbe stata sua concubina e non è il concubinaggio ciò che la preoccupa, perchè in quel modo sarebbe stata sicuramente accusabile di bigotteria, ma del fato che accettando una situazione del genere sottometterebbe la sua persona e il suo essere...io l'ho sempre vista così...cmq come dici tu Rochester rimane, nonostante tutto, un personaggio che piace e degno dell'amore di Jane (altre autrici lo avrebbero reso un essere più corrotto e meno simpatico)...scusa la divagazione, ma Jane Eyre è il mio libro preferito e mi lascio prendere la mano quando parlo di lei...sono contenta cmq che ti sia piaciuto e che sia stata una bella lettura anche per te...:-)
RispondiEliminasono pienamente d'accordo con te!
EliminaOgni commento è ben accetto, non ti preoccupare, anche se non è concorde con le mie recensioni :-)
RispondiEliminaE' bello sentire diverse opinioni, non che mi facciano cambiare idea eh? :-D
Ti faccio giusto un esempio di un punto in cui secondo me Jane smette di lottare (ce ne sarebbero altri ma adesso non mi va di rileggermi il libro qua e là): quando addirittura pensa di poter sacrificare se stessa per seguire St. John in India. Fortunatamente è abbastanza giudizievole da non arrendersi mai e poi mai a sposarlo, però, in caso lui avesse acconsentito a portarla anche senza sposarla lei avrebbe accettato! Ecco, secondo me quello sarebbe stato un modo di sottomettere la sua persona e il suo essere: fare una cosa che non le andava di fare, che non sentiva come sua vocazione, giusto per fare contento quell'odioso cugino acquisito. Lì l'avrei proprio picchiata! XD
Anche io in quel momento l'avrei proprio picchiata!! Ma ho visto la cosa come uno di quei momenti di follia che ti prendono quando soffri e che vorresti fare solo per soffrire di più...masochismo femminile...presente in ogni tempo...ahahahaha! :-D
RispondiEliminaComunque comprendo il tuo punto di vista..e sono contenta che tu comprenda il mio e ch ne possiamo parlare in tranquillità! ;-)