Titolo: Tokyo decadence
Autore: Ryu Murakami
Traduzione: Y. Otake, M. Fiocca
Editore: Mondadori
Prima edizione italiana: 2004
Pagine: 166
Prezzo: 9,00 euro
Sinossi: In una Tokyo in piena decadenza, giovani schiave del sesso a pagamento tentano di conservare un briciolo di dignità tra un incontro erotico e l'altro. Tutto ciò che trovano, però, è umiliazione, perversione, brutale sopraffazione fisica e il più assoluto vuoto emotivo e sentimentale. Non ci sono tracce di umanità nella capitale giapponese, e l'unica via di fuga è riposta nel passato, nel ricordo di un'infanzia spensierata che diventa una mitica età dell'oro, o nella disperata e vana ricerca del vero amore. Nelle pagine di questo libro il ritratto spietato e lucidissimo di ua degradate discesa agli inferi collettiva, sullo sfondo di una metropoli alienante che riduce le persone a semplici corpi, strappando loro l'anima.
Commento: Ho letto questo libro attirata da una pura curiosità. Solitamente amo i libri giapponesi e questo, (romanzo più famoso di Ryu Murakami, considerato dalla critica una delle opere più importanti del panorama letterario erotico postmoderno e dal quale nel 1992 è stato tratto un film) dal contenuto della trama, mi ispirava molto. Mi sono detta: se ne è stato tratto un film vuol dire che effettivamente è una storia che merita. Errore. Quando l'ho letto (poi me ne sono accorta dopo) non sapevo che la trasposizione cinematografica è stata fatta dallo stesso Ryu, che ne è regista, sceneggiatore e produttore. Bella forza, ora si spiegano tante cose!!!
Partiamo dal fatto che, anche se non era specificato da nessuna parte, questo non è un vero e proprio romanzo, ma una raccolta di racconti (che poi per il film ne hanno fatta una storia unica). Non me ne ero accorta subito, pensavo che il libro fosse suddiviso in capitoli; e invece no: ogni titolo sta ad indicare una nuova storia con una nuova protagonista. Come scelta stilistica l'ho trovata superflua, perché alla fine le protagoniste sono tutte prostitute e fanno più o meno tutte le stesse cose, il fatto che appartenessero a storie diverse, anche se similissime, mi ha confuso parecchio le idee. Ma col senno di poi, sono arrivata alla conclusione che questo difetto, anche se inizialmente mi aveva irritata, è un'inezia a confronto con tutti gli altri difetti ben più gravi che ci sono.
Lo stile narrativo di questo libro è meccanico, sterile, freddo, senza sentimenti di nessun tipo e infinitamente noioso! Per non parlare poi del contenuto intrinseco delle varie storie che ne compongono la trama: storie senza senso, prive di alcuno spessore, con personaggi che sembrano marionette ritagliate dal cartone delle scatole dei cereali, che compiono azioni sconnesse e dettate dal caso; come se le decisioni che prendono non siano frutto di ragionamento, ma di una sortita nella boccia di vetro di una (pessima) lotteria.
E poi vogliamo parlare del fatto che questo libro sarebbe categorizzato come erotico? Io di erotismo non ne ho percepito nemmeno un briciolo. Semmai, proprio a voler essere generosi, si potrebbe definire pulp (e forse grottesco), ma non vorrei offendere quei libri pulp (e grotteschi) degni di questo nome, perché "Tokyo decadence" in realtà non è degno di essere categorizzato neanche lì. Nella quarta di copertina del libro si fanno riferimenti ad aggettivi come "decadenza", "perversione" e "degrado", quindi io ne ero ben conscia e non mi aspettavo storie di cieli azzurri e fiorellini, niente affatto, ma mi aspettavo una lettura dai contenuti forti e che facesse provare forti emozioni, anche negative. Le scene forti ci sono, ma non rendono. Infatti io non ho provato assolutamente niente di niente, speravo solo che il libro finisse il prima possibile perché mi stavo annoiando terribilmente. Tutta questa perversione, è descritta talmente meccanicamente e asetticamente che non riesce a suscitare neanche sentimenti di indignazione e di schifo.
Partiamo dal fatto che, anche se non era specificato da nessuna parte, questo non è un vero e proprio romanzo, ma una raccolta di racconti (che poi per il film ne hanno fatta una storia unica). Non me ne ero accorta subito, pensavo che il libro fosse suddiviso in capitoli; e invece no: ogni titolo sta ad indicare una nuova storia con una nuova protagonista. Come scelta stilistica l'ho trovata superflua, perché alla fine le protagoniste sono tutte prostitute e fanno più o meno tutte le stesse cose, il fatto che appartenessero a storie diverse, anche se similissime, mi ha confuso parecchio le idee. Ma col senno di poi, sono arrivata alla conclusione che questo difetto, anche se inizialmente mi aveva irritata, è un'inezia a confronto con tutti gli altri difetti ben più gravi che ci sono.
Lo stile narrativo di questo libro è meccanico, sterile, freddo, senza sentimenti di nessun tipo e infinitamente noioso! Per non parlare poi del contenuto intrinseco delle varie storie che ne compongono la trama: storie senza senso, prive di alcuno spessore, con personaggi che sembrano marionette ritagliate dal cartone delle scatole dei cereali, che compiono azioni sconnesse e dettate dal caso; come se le decisioni che prendono non siano frutto di ragionamento, ma di una sortita nella boccia di vetro di una (pessima) lotteria.
E poi vogliamo parlare del fatto che questo libro sarebbe categorizzato come erotico? Io di erotismo non ne ho percepito nemmeno un briciolo. Semmai, proprio a voler essere generosi, si potrebbe definire pulp (e forse grottesco), ma non vorrei offendere quei libri pulp (e grotteschi) degni di questo nome, perché "Tokyo decadence" in realtà non è degno di essere categorizzato neanche lì. Nella quarta di copertina del libro si fanno riferimenti ad aggettivi come "decadenza", "perversione" e "degrado", quindi io ne ero ben conscia e non mi aspettavo storie di cieli azzurri e fiorellini, niente affatto, ma mi aspettavo una lettura dai contenuti forti e che facesse provare forti emozioni, anche negative. Le scene forti ci sono, ma non rendono. Infatti io non ho provato assolutamente niente di niente, speravo solo che il libro finisse il prima possibile perché mi stavo annoiando terribilmente. Tutta questa perversione, è descritta talmente meccanicamente e asetticamente che non riesce a suscitare neanche sentimenti di indignazione e di schifo.
E ora, per dare una migliore panoramica, passiamo a esaminare bene le varie parti che compongono il libro:
Cover (che non influenza il giudizio sul libro): La cover è stata tratta da un fotogramma del film ed è infatti indicata. Uno degli unici aspetti positivi del libro.
Stile di scrittura: Distaccato. Noioso. Asettico. Si provano più emozioni a leggere le etichette sulle confezioni degli shampoo.
Idee alla base della storia: Non capisco proprio dove l'autore volesse andare a parare con la stesura di questo libro. La trama non esiste, le azioni sono confuse e senza senso. E' solo una massa informe di perversione fine a sé stessa, ma che a leggerla non fa né caldo né freddo.
Caratterizzazione dei personaggi: si può trovare più personalità e carisma in una carcassa in putrefazione. Scusate la metafora di cattivo gusto.
Editing e traduzione a cura della casa editrice: Sarei molto felice di poter affermare che la colpa di questo scempio narrativo è imputabile ai traduttori della versione italiana. Ma no, questo non è un caso di "lost in translation". Purtroppo, l'unico ad essersi perso, è lo stesso Ryu Murakami!
voto:
Acquisto consigliato? No. Non lo consiglio proprio a nessuno. Né agli amanti del Giappone (a meno che non vogliate odiarlo) e né ai seguaci di De Sade.
Sei fantastica.... ora so quale libro eliminare dal carrello acquisti :-)! grazie mille, cercavo qualcosa che mi schiarisse le idee su questo libro e l'ho trovata....
RispondiEliminaSono contenta di esserti stata d'aiuto e averti fatto evitare una fregatura ;-)
RispondiEliminaLo sto leggendo ora e devo dire che anche io mi aspettavo tutt'altra cosa, soprattutto da come me ne avevano parlato. Non credo che si possa definire un libro erotico, almeno non nell'accezione tipica del termine.
RispondiEliminaDevo ammettere che lo leggo con piacere. Trovo che los tile così scarno e freddo sia voluto. In fondo si tratta di vite squallide, persone che forse non sanno più provare dei sentimenti nel vero senso della parole. Si tratta di donne che hanno sperimentato ogni genere di sopraffazione e che si aggirano in un mondo che non riserverà loro nulla. Sono più o meno a metà, quindi non so se alla fine lo stile così freddo ed analitico mi potrà annoiare.
Ti è poi piaciuto?
Eliminapenso sia un capolavoro, la recensione qua sopra è un po' ingenua -_-