giovedì 31 luglio 2014

Recensione: I VICERÉ di Federico De Roberto

La mia recensione su "I Viceré" di Federico De Roberto. 


Titolo: I Viceré
Autore: Federico De Roberto
Curatore: Sergio Campailla
Editore: Newton Compton
Data di pubblicazione: Maggio 2014 (prima edizione 1894)
Pagine: 509
Prezzo: 3,90

Sinossi: Con I Viceré De Roberto raggiunge la pienezza e la forza espressiva del capolavoro. In questo romanzo storico, paragonabile per impianto e grandezza a I Buddenbrook di Thomas Mann, l’autore crea un equilibrio perfetto fra la rappresentazione del «decadimento fisico e morale d’una stirpe esausta» e le vicende dell’unificazione italiana. Il libro racconta la saga di una grande famiglia aristocratica siciliana di ascendenza spagnola, gli Uzeda. A partire dalla fatidica morte della capostipite, le vicende familiari si dipanano sullo sfondo di una Sicilia feudale e borbonica; e d’altra parte, la storia della Sicilia e dell’Italia entra, a poco a poco ma inarrestabile, nel recinto familiare. I Viceré si conferma come il massimo romanzo di De Roberto e uno dei vertici dell’intera narrativa italiana.


La mia opinione: Più leggo romanzi classici e più sono dell'idea che dovrei leggerli tutti :-)
"I Viceré" di De Roberto è entrato nella mia libreria quasi per caso, non l'avevo mai sentito nominare prima, ma l'ho acquistato a scatola chiusa appena la Newton Compton lo ha pubblicato nella nuova versione "mini mammut" ad un prezzo conveniente e in un formato bello e resistente, un affare!
Non sapevo praticamente nulla di ciò che mi attendeva e sono rimasta piacevolmente colpita dallo stile di scrittura arguto e intenso dell'autore, che nonostante il secolo e più che ci distanzia e nonostante la complessità degli elementi esposti, riesce ad essere attualissimo e scorrevole.
Non dico che "I Viceré" non sia un romanzo impegnativo, anzi lo è molto e ora che l'ho finito sono convinta che per coglierne al meglio tutte le innumerevoli sfumature di particolari e tutta la vastità della tematica trattata sarebbe da rileggere una seconda volta. Eppure, se avessi saputo in anticipo a grandi linee di cosa narrava mi sarei aspettata un "mattone" molto peggiore. "I Viceré" altri non è che un romanzo di genere storico e saga famigliare della famiglia siciliana Uzeda di Francalanza, una nobile stirpe discendente da Viceré spagnoli. (Io già che non amo le saghe famigliari e che di romanzi storici ne ho una cultura molto esigua non pensavo che potessi apprezzare uno così, ma invece mi è piaciuto e pure tanto!) Tramite le vicissitudini di questa famiglia reale, al cui interno l'autore descrive con sagacia e fine umorismo tutte le vicende dei suoi membri, il lettore viene a conoscenza di tutti i terribili difetti che affliggono la società dell'epoca narrata, ma che sono tristemente e incredibilmente attuali anche rispetto alla società odierna. Tutto è in repentino movimento, nulla rimane immutato, le usanze si evolvono, la politica cambia (il romanzo è ambientato nel pieno del risorgimento e dell'unificazione italiana, quindi lo sfondo storico è colmo di cambiamenti di tutti i tipi), ma le persone rimangono le stesse, con tutti i loro difetti di avidità, sete di potere, corruzione, odio e meschinità.
“No, la nostra razza non è degenerata: è sempre la stessa” ecco una frase chiave del romanzo che chiarifica in tutto e per tutto il concetto sopra descritto, l'autore è inoltre strabiliantemente abile nel descrivere i suoi personaggi, risultano vividi e realistici come non mai, ed è al tempo stesso abilissimo nel descrivere il contesto storico narrato, fornendone uno spaccato preciso e facilmente intellegibile anche per chi come me non ha mai amato e studiato la storia. Da leggere!


"In questa casa chi fa il rivoluzionario e chi il borbonico; così sono certi di trovarsi bene, qualunque cosa avvenga!"



voto:




Acquisto consigliato? Sì, è un libro sicuramente impegnativo ma che vale la pena leggerlo, soprattutto perché si sminuiscono tanto le opere classiche italiane, eppure questa passata un po' in sordina è migliore di tante altre. A mio avviso sarebbe da far leggere nelle scuole al posto del sopravvalutato romanzo de "I promessi sposi".

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