mercoledì 19 dicembre 2012

Recensione: L'ULTIMO LUPO MANNARO

Ecco la mia recensione al libro "L'ultimo lupo mannaro" di Glen Duncan.


Titolo: L'ultimo lupo mannaro
Serie: L'ultimo lupo mannaro, vol.1
Autore: Glen Duncan
Traduzione: Tommaso Biancardi
Editore: ISBN edizioni
Data di pubblicazione: 21 Aprile 2011
Pagine: 474
Prezzo: 16,90

Sinossi: Jacob Marlowe ha appena scoperto di essere l’ultimo della sua specie. È braccato dai suoi nemici e tormentato da un tragico passato. Logorato da due secoli di lussuria e di assassini, a cui è spinto ogni mese dalla Maledizione che lo ha colpito, h deciso di consegnarsi alle autorità alla prossima luna piena. Gli ultimi trenta giorni prima che tutto finisca. Ma proprio mentre Jacob sta contando le ore che lo separano dalla propria fine, un brutale omicidio e un incontro tanto incredibile quanto inaspettato lo catapultano di nuovo all'inseguimento della vita. “L’ultimo lupo mannaro” è qualcosa di unico e totalmente nuovo, un romanzo in cui azione, dolore, poesia, amore, sesso, humour, sangue e morte si tengono per mano in un miracoloso equilibrio.

La mia opinione: Ho iniziato la lettura di questo romanzo con le migliori intenzioni e anzi, con la quasi convinzione che mi sarebbe piaciuto. Niente di più sbagliato. Un buco nell'acqua totale. Già da subito si nota che qualcosa non va. Lo stile di scrittura, seppur scorrevole, risulta freddo e distaccato e la prima domanda che mi sono fatta è stata: potrò mai appassionarmi ad una storia così algida? Ciò nonostante durante la prima parte del libro ho continuato a nutrire qualche aspettativa perché speravo che almeno la vicenda decollasse. Le premesse per estrapolare dallo scheletro della trama un qualcosa di interessante ci sarebbero state, ma la verità è che in 474 pagine l'autore non è riuscito a mettere insieme una storia che valesse la pena leggere. Non accade mai nulla. Molte scene di sesso, molte divagazioni, molte frasi volutamente volgari con aggettivi rozzi buttati lì con finta disinvoltura, come a dimostrare (rimarcandolo esageratamente) che questo romanzo non è il solito urban fantasy edulcorato per ragazzine, ma il risultato è patetico, non si riesce a scorgere un minimo di spontaneità. Inutile dire che da lettrice non sono riuscita per niente ad interessarmi alla storia, i personaggi sono stereotipati e non empatici, e questa situazione va addirittura a peggiorare esponenzialmente con l'avanzare della lettura. La qualità del romanzo crolla verso in basso come un diagramma discendente, se inizialmente non ne ero entusiasta ma potevo concedere una sufficienza stiracchiata, continuando la lettura la mia opinione è peggiorata moltissimo, fino ad arrivare ad un finale talmente stupido e scontato che mi ha fatto gravemente rimpiangere la fiducia concessa. Per semplificare, la trama potrebbe benissimo essere sintetizzata così: "c'era una volta un lupo mannaro brutto cattivo e perennemente arrapato. Era l'ultimo lupo mannaro rimasto". Stop. Davvero, potete limitarvi a leggere queste due frasi ed evitarvi le 474 pagine, perché non aggiungono nulla di più. E ne hanno anche fatto una trilogia!!! Rabbrividisco al solo pensiero di leggere i seguiti.



E ora, per dare una migliore panoramica, passiamo a esaminare bene le varie parti che compongono il libro:


Cover: La cover italiana è ripresa dalla cover originale, senza fronzoli, come a denotare un romanzo diverso dalle mode del momento. E dire che pensavo che questa qualità potesse risultare vincente. Beh... a volte non basta il pensiero, ci vuole anche della sostanza! Comunque questa è la cover originale:


Stile di scrittura: Lo stile di scrittura è scorrevole, una delle poche qualità del libro, dato che non risulta difficile leggerlo. In aggiunta i capitoli sono numerosi ma molto brevi, quindi anche la brevità dei capitoli aiuta ad una lettura veloce, anche se veloce non è sinonimo di piacevole purtroppo.

Idee alla base della storia: Non ci siamo, la storia partendo da un'idea iniziale che avrebbe anche potuto funzionare (un ultimo lupo mannaro) si è completamente persa, non si è sviluppata.

Caratterizzazione dei personaggi: I personaggi sono tutti molti stereotipati, sia gli uomini (sempre molto duri di cuore e dagli atteggiamenti studiatamente volgari) che le donne (che invece sono tutte gatte morte e donne oggetto). Impossibile riuscire a trovare simpatia in loro, impossibile interessarsi alle loro sorti.

Editing e traduzione a cura della casa editrice: Non ho notato refusi, mi è sembrato tutto ben corretto.


voto:




Acquisto consigliato? No, non lo consiglio, questo libro non è proprio riuscito a trasmettermi niente, la storia è scialba e non decolla, il linguaggio freddo e calcolato, lo humor un po' forzato, i personaggi banalissimi. Come pubblico è comunque indirizzato più verso lettori uomini che lettrici donne.

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