Titolo: Tanit. La bambina nera
Serie: trilogia senza nome, vol. 3
Autrice: Lara Manni
Editore: Fazi (collana Lain)
Editore: Fazi (collana Lain)
Pagine: 370
Data di Pubblicazione: 17 Febbraio 2012
Prezzo: 18,50
Sinossi: Italia, 2008. In un paese dove inizia a colpire la grande crisi economica, fa la sua comparsa Axieros, l'oscura dea che ha tramato affinché mondi separati venissero in contatto. Cerca una donna umana piena di rabbia e odio, che possa partorire sua figlia Tanit, la bambina nera destinata a essere fatale per il genere umano. Sul cammino di morte che Axieros sta disegnando si incontreranno due demoni: Hyoutsuki, in cerca del suo destino, e Yobai, in cerca della vendetta. Ma sulla stessa strada cammina anche Ivy, che ha il potere di far diventare reale ciò che disegna e che rappresenta un pericolo per tutti: per la dea, per i demoni, per una coppia misteriosa che ha il compito di riequilibrare i due mondi. Solo Ivy può compiere la scelta definitiva: ma a un prezzo che forse non è disposta a pagare.
La mia opinione: Con "Tanit" si conclude la fortunata trilogia nata come fan fiction dalla penna della fantasiosa Lara Manni, autrice che come ho già ribadito più volte recensendo i precedenti libri, ha dimostrato un talento davvero speciale. E dopo la lettura di "Tanit" non posso che confermare!
Anche questo libro, come i precedenti, ha una struttura narrativa molto particolare, che è formata da tanti strati sovrapposti e concatenamenti a ripetizione, anche se questa volta non ci saranno viaggi nel tempo: l'ambientazione è tutta al presente, mantenendo, come di consueto, il parallelismo tra il mondo degli uomini e quello degli dèi.
Non me la sento di fare un riassunto preciso dei contenuti del libro, perché per farlo dovrei fare diversi spoiler sia di questo libro che di quelli precedenti e preferisco che questa recensione sia d'aiuto a chi ancora deve leggere il libro e magari anche a chi deve ancora iniziare l'intera trilogia.
A grandi linee vi basti sapere che ogni libro della trilogia ha affrontato una tematica ben precisa e che questa, chiude il cerchio facendo una specie di metafora con la problematica attualissima della crisi economica, della violenza dilagante, quasi come se fosse una preparazione per una fine del mondo. Il mondo umano e quello degli dèi sono infatti entrambi in bilico e a rischio di distruzione, solo uno può sopravvivere all'altro e la dèa Axieros non ha dubbi su quale mondo deve perire: quello degli umani. E a questo scopo sua figlia, la bambina nera, dovrà nascere tra gli uomini per seminare ovunque odio e distruzione. Ma nel corso della storia si intrecceranno le vite del demone Hyoutsuki e del mezzodemone Yobai, e le vite di Ivy, Max, e di altri esseri umani inediti nei libri precedenti, ma che qui avranno un ruolo fondamentale.
Le vite di tutti questi personaggi si alternano, si incontrano, si scontrano, si dividono incessantemente per tutta la durata del libro, con un ritmo incalzante che personalmente ho adorato, perché è un ritmo narrativo capace di rapire il lettore a tal punto che sarà difficilissimo staccare gli occhi dalle pagine!
Lo stile di scrittura dell'autrice, già maturato in "Sopdet", in "Tanit" migliora ulteriormente e impreziosisce il testo con un linguaggio ricercato, mai banale, che ha saputo conquistarmi pienamente. Mentre lo svolgimento della storia, che in "Sopdet" mi aveva creato un po' di confuzione in alcuni passaggi, in "Tanit" mi è risultato più chiaro, sempre tenendo conto che è una lettura comunque a tratti visionaria e non semplice, da intrapprendere a mente concentrata. La storia è ricca, ricchissima, di concatenamenti, coincidenze e colpi di scena inaspettati, a tal punto che fino all'ultimo ti lascia con il fiato sospeso. Il personaggio di Ivy è l'unico che con la sua estrema fragilità non è riuscito a piacermi del tutto, nonostante all'inizio del libro l'avevo trovata favolosa, durante l'avanzamento della lettura si è andata a poco a poco spegnendo e non ho molto amato la conclusione che ha avuto la storia secondo il suo punto di vista. Mentre a controbilanciare il tutto ho invece adorato l'ultimissimo capitolo del libro, che mi ha letteralmente colta di sorpresa. Tra tutte le ipotesi che mi ero creata mentalmente non mi sarei mai aspettata un finale così: è stato assolutamente fantastico!
E ora, per dare una migliore panoramica, passiamo a esaminare bene le varie parti che compongono il libro:
Cover (che non influenza il giudizio sul libro): La cover è stupenda! Originalissima, unica, elegante! Con un colore di base bellissimo quanto insolito. Sicuramente una cover così sarà l'orgoglio delle librerie di ogni casa :-)
Stile di scrittura: La scrittura è ricercata, poetica, ma capace di rimanere al tempo stesso
scorrevole, a causa dei numerosi cambi di POV e dalle frasi piuttosto
brevi, ma di fortissimo impatto. Mi
è piaciuto molto, trovo che abbia carattere. E poi ad ogni nuovo libro dell'autrice ho notato che sembra sempre migliorarsi, nonostante possa sembrare già perfetto così!
Idee alla base della storia: Come ho già ribadito più volte recensendo gli altri libri della serie, Lara Manni ha una fantasia unica, e anche "Tanit" non fa assolutamente eccezione. Una storia ben congeniata in ogni minimo particolare, proprio come un macchinario ben oliato che funziona alla perfezione. Una storia talmente diversa dalle altre che non ho nessun termine di paragone con altri romanzi.
Caratterizzazione dei personaggi: I personaggi sono ben caratterizzati, soprattutto quelli che si è imparato a conoscere già dai precedenti libri hanno ormai una caratterizzazione solida e conclamata. Unica eccezione per Ivy, che rimane sempre un po' difficile da inquadrare, seppur il suo stato d'animo fragile a volte sembra rafforzarsi, i suoi sbalzi d'umore la portano spesso a regredire anziché progredire. Un personaggio che non mi è piaciuto del tutto, che mi ha un po' lasciato l'amaro in bocca.
Editing e traduzione a cura della casa editrice: Tutto bene! Ottimo. Edizione curata nei minimi dettagli, dalla copertina, al testo privo di refusi.
voto:
Acquisto consigliato? Sììììì!!!! Senza dubbio questa è una trilogia che consiglio caldamente a tutti coloro che vogliono sperimentare libri fantasy davvero diversi da tutti i vari stereotipi in circolazione. E "Tanit" in particolare, è secondo me il migliore libro di tutta la trilogia. Ho amato molto anche gli altri, ma questo, forse a causa del finale mozzafiato, trovo che abbia una marcia in più! Ovviamente è da leggere DOPO aver letto gli altri due ("Esbat" e "Sopdet") altrimenti non ci capireste niente!
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