martedì 23 aprile 2019

Recensione: EPEPE - Ferenc Karinthy

Disclaimer: non recensisco i libri in base a verità oggettive ma solo in base ad opinioni personali, quindi qualsiasi giudizio è soltanto una mia opinione.


Titolo: Epepe
Autore: Ferenc Karinthy
Editore: Adelphi
Traduttore: L. Sgarioto
Data di pubblicazione: 11 Giugno 2015
Pagine: 217
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Sinossi: Ci sono libri che hanno la prodigiosa, temibile capacità di dare, semplicemente, corpo agli incubi. "Epepe" è uno di questi. Inutile, dopo averlo letto, tentare di scacciarlo dalla mente: vi resterà annidato, che lo vogliate o no. Immaginate di finire, per un beffardo disguido, in una labirintica città di cui ignorate nome e posizione geografica, dove si agita giorno e notte una folla oceanica, anonima e minacciosa. Immaginate di ritrovarvi senza documenti, senza denaro e punti di riferimento. Immaginate che gli abitanti di questa sterminata metropoli parlino una lingua impenetrabile, con un alfabeto vagamente simile alle rune gotiche e ai caratteri cuneiformi dei Sumeri - e immaginate che nessuno comprenda né la vostra né le lingue più diffuse. Se anche riuscite a immaginare tutto questo, non avrete che una pallida idea dell'angoscia e della rabbiosa frustrazione di Budai, il protagonista di "Epepe". Perché Budai, eminente linguista specializzato in ricerche etimologiche, ha familiarità con decine di idiomi diversi, doti logiche affinate da anni di lavoro scientifico e una caparbietà senza uguali. Eppure, il solo essere umano disposto a confortarlo, benché non lo capisca, pare sia la bionda ragazza che manovra l'ascensore di un hotel: una ragazza che si chiama Epepe, ma forse anche - chi può dirlo? - Bebe o Tetete.


La mia opinione: Ammetto di aver acquistato e letto questo libro a seguito delle varie opinioni entusiaste e positivissime sia sui blog che su youtube. Questo in realtà non è un libro novità, è stato scritto e pubblicato per la prima volta nel 1970, ma è solo nel 2015 che la casa editrice Adelphi ha deciso di pubblicarlo, e ne è seguita dopo appena 2 anni l’edizione economica che è questa.
Questa piccola premessa per dire che le mie aspettative erano ovviamente altissime e non sono state del tutto soddisfatte, e allo stesso tempo sento comunque di avere letto un buon libro.
Una strana sensazione. Ma partiamo con ordine.
L’inizio di questo libro è folgorante, interessantissimo e mi è piaciuto tantissimo. Come mi è piaciuta tantissimo l’idea sulla quale si basa la storia che è originalissima e assolutamente inquietante. E’ una storia che mette l’ansia. L’argomento principale di questo libro è l’incapacità di comunicare. Essere in mezzo a tantissime persone eppure essere di fatto soli, soli in mezzo alla gente. La comunicazione può essere verbale, scritta o gestuale, ma comunque ci deve essere e questo libro fa veramente rendere conto che se manca totalmente non si può andare avanti. Epepe è di fatto geniale proprio perché fa riflettere su tematiche sulle quali non si è mai riflettuto. Però se devo giudicarlo non solo sul concetto che esprime ma anche sulla storia in sé e sulla gradevolezza della lettura allora devo purtroppo dire che da questo punto di vista sono rimasta delusa.
La storia come dicevo mi era piaciuta moltissimo all’inizio ma poi andando avanti diventa monotona e ripetitiva al punto che anche l’ansia iniziale sparisce per dare spazio a un senso di fastidio. Il protagonista viene descritto come un personaggio colto, istruito e più intelligente della media eppure non ho avuto questa impressione a causa delle tante ingenuità che commette e a livello di empatia con il lettore zero, l’ho sentito davvero molto distante. Infine il finale non mi è piaciuto.
Quindi, tirando le somme voto questo libro solo 3 stelline su 5 nonostante ne riconosca in pieno la genialità, nonostante sia davvero un bel romanzo a causa delle tematiche trattate, ma a mio avviso non è stato sviluppato bene e non posso giudicare un libro solo per le intenzioni.

voto:



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