lunedì 8 luglio 2019

Recensione: L'INCUBO DI HILL HOUSE - Shirley Jackson

Disclaimer: non recensisco i libri in base a verità oggettive ma solo in base ad opinioni personali, quindi qualsiasi giudizio è soltanto una mia opinione.


Titolo: L'incubo di Hill House
Autrice: Shirley Jackson
Editore: Adelphi
Traduttore: M. Pareschi
Data di pubblicazione: 3 Giugno 2016 (prima pubblicazione 2004)
Pagine: 233
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Sinossi: Chiunque abbia visto qualche film del terrore con al centro una costruzione abitata da sinistre presenze si sarà trovato a chiedersi almeno una volta perché le vittime di turno non optino, prima che sia troppo tardi, per la soluzione più semplice - e cioè non escano dalla stessa porta dalla quale sono entrati, allontanandosi senza voltarsi indietro. A tale domanda, meno oziosa di quanto potrebbe parere, questo romanzo fornisce una risposta. Non è infatti la fragile e indifesa Eleanor Vance a scegliere la Casa, prolungando l'esperimento paranormale in cui l'ha coinvolta l'inquietante professor Montague. È la Casa - con le sue torrette buie, le sue porte che sembrano aprirsi da sole - a scegliere, per sempre, Eleanor Vance.


La mia opinione: Da questo libro mi aspettavo un horror, invece ora che l’ho letto lo definirei psicologico con accenni di ghost story.
Credo che chi si è approcciato per la prima volta alla Jackson con questo libro, venendo appunto attratto dalla cover e dal titolo molto horror, sia rimasto un po’ spiazzato, e forse anche un po’ deluso, perché il ritmo narrativo è molto lento, soprattutto all’inizio, e non si riesce a capire subito su cosa si voglia focalizzare la storia. Le atmosfere sono pacate e rarefatte, la lettura procede come in un torpore, nell’attesa che succeda qualcosa di davvero significativo che dia una svolta.
A me questa atmosfera un po’ lenta è piaciuta perché instilla nel lettore un senso di tensione per l’attesa, e tra l’altro è una caratteristica tipica dell’autrice che ho ritrovato anche in "Abbiamo sempre vissuto nel castello", ma capisco che con un titolo di questo tipo ci si sarebbe aspettato tutt’altro.
L’elemento che mi è piaciuto di meno sono state le relazioni e i dialoghi tra i vari personaggi, che li ho trovati un po’ vuoti e superficiali, mentre mi è piaciuto molto l’elemento psicologico che si insinua nella storia un poco alla volta, fino ad avvolgerla completamente come una cortina di nebbia.
L’elemento psicologico è molto importante perché tratta anche il tema della sanità mentale, che svolge un ruolo fondamentale ai fini di questa storia, soprattutto sul finale, che ho molto apprezzato, in quanto l’ho trovato inaspettato e atipico, nel perfetto stile dell'autrice.

Acquisto consigliato: Sì, soprattutto se amate le storie intriganti che giocano con la psiche. In questo caso la Jackson è un'autrice davvero particolare e da leggere. "Abbiamo sempre vissuto nel castello" è però il libro che finora ho preferito.

voto:

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