sabato 16 maggio 2015

Recensione: AMERICAN PSYCHO - Bret Easton Ellis

Recensione di "American Psycho" di Bret Easton Ellis




Titolo: American Psycho
Autore: Bret Easton Ellis
Traduzione: Giuseppe Culicchia
Casa editrice: Einaudi
Pagine: 517
Data di pubblicazione: 2001 (1991 prima edizione originale)
Prezzo: 11,00

Sinossi: Patrick Bateman è giovane, bello, ricco. Vive a Manhattan, lavora a Wall Street, e con i colleghi Timothy Price, David Van Patten e Craig McDermott frequenta i locali piú alla moda, le palestre piú esclusive e le toilette dove gira la miglior cocaina della città, discutendo di nuovi ristoranti, cameriere corpoduro ed eleganza maschile. Secondo Evelyn Richards, la sua giovane, bella e ricca fidanzata, Patrick Bateman è «il ragazzo della porta accanto». Ma la vita del protagonista di American Psycho è scandita da altre ossessioni. Quando le tenebre scendono su New York, Patrick si trasforma in un torturatore omicida, freddo, metodico, spietato. Al punto da incarnare l'orrore. Con American Psycho Bret Easton Ellis ha scritto il libro che meglio di ogni altro racconta gli anni Ottanta. Un decennio che, ora lo sappiamo, non è stato semplicemente una parentesi, ma l'inizio di qualcosa. Cosí, questo viaggio senza ritorno nella follia e nella spersonalizzazione a base di immagini patinate e ultraviolenza non ci parla solo di un «eroe» e del suo tempo, ma finisce per rappresentare noi stessi e i nostri giorni. E anche quelli che verranno.



La mia opinione: Questo libro mi è piaciuto e l'ho trovato (per alcuni versi) davvero geniale. Mi è piaciuto perché è raro leggere libri che parlano di psicopatici in prima persona e questo fa veramente entrare nella mente disturbata del protagonista a tutti gli effetti, senza scadere in banali morali di perbenismo o voler dare uno scopo a tutto ciò che accade. La forma in cui procede la narrazione ammetto che sia ostica, in parte poco scorrevole, perché il tutto è appesantito da infinite e minuziose descrizioni di ogni capo di abbigliamento (rigorosamente firmato) indossato dal protagonista o dai suoi conoscenti, prodotti per la cura del corpo, descrizioni di ogni portata di cibo in ogni ristorante... eccetera eccetera. Il risultato è veramente ridondante e alla lunga stanca al punto di voler saltare le righe dove compaiono tali descrizioni, che vengono riproposte in continuazione ad intervalli molto brevi. Ma tutto questo ha un suo significato ben preciso e sinceramente senza di ciò nulla avrebbe più senso. Perché come dicevo all'inizio il libro porta letteralmente DENTRO alla mente del protagonista e lui è OSSESSIONATO dai vestiti firmati a tal punto che DEVE fare sempre una lista mentale di ciò che indossa lui e di ciò che indossano gli altri. E la stessa ossessione si ripercuote su ogni prodotto alla moda acquistato, sui programmi televisivi, film e musica preferiti, sui costosissimi piatti che propongono i ristoranti "IN" dove cena regolarmente. E gradualmente si viene catapultati dentro un'altra forma di ossessione, quella OMICIDA, che lo porta a commettere nei ritagli di tempo atti di inaudita violenza. All'inizio del libro questa violenza viene solo accennata ma andando avanti con la lettura le scene si fanno sempre più nitide ed intense, fino ad assistere nei minimi dettagli a svariate torture e uccisioni di un sadismo indescrivibile e altamente impressionanti che non escludono nessuno (uomini, donne, bambini, animali...), ma che raccontate dalla mente del protagonista sono talmente meccaniche da risultare quasi noiose. La NOIA è infatti una sensazione che pervade spesso le pagine del libro, ma non è un difetto, anzi, è una noia esistenziale, una NOIA NECESSARIA per capire l'universo in cui orbitano il protagonista e i suoi amici, persone ricchissime e superficiali frutto di una società capitalistica che oltre a voler comprare tutto ciò che possono permettersi (ovvero, tutto ciò che gli viene in mente) non sanno fare. Nessun sentimento, nessuna felicità, nessun desiderio, se non pulsioni improvvise da soddisfare nell'immediato e che poi scadono altrettanto velocemente nella NOIA di una quotidianità che quando ti da tutto è come se non ti desse niente. Il protagonista cerca appunto di trovare emozioni forti nel fare cose oscene e perverse, ma non trova mai sollievo per la sua mente malata e inoltre non riesce neanche nell'intento (più volte provato) della confessione perché le persone della società in cui vive, sono tutte così prese da sé stesse da non riuscire neanche per un secondo a mettere da parte il proprio ego, e a questo proposito si assiste a scene sconcertanti di dialoghi a senso unico in cui tutti parlano ma nessuno ascolta. "Ieri sera ho decapitato una ragazza"... "ho ucciso un bambino allo zoo"... inutile formulare queste frasi, o non ti ascoltano o non ti prendono sul serio ed è così che il protagonista continua indisturbato a fare tutto ciò che gli viene in mente, perché non c'è altro modo che continuare a fare ciò che vuole in una maratona senza senso, dove droga e psicofarmaci aiutano ad attenuare un po' il suo vuoto e in alcuni casi a non fargli capire ciò che è reale e ciò che non lo è, al punto che più volte ha la sensazione che non ci sia niente di vero di ciò che ha fatto o forse lo è tragicamente tutto?
Tirando le somme non ho quindi dubbi sul fatto che questo libro, a causa della sua estrema particolarità, mi sia piaciuto e anche tanto, perché unisce molteplici argomenti interessanti, tra cui una mente disturbata, una società nichilista, la superficialità degli ambienti ricchi, la presenza di violenza sconcertante senza minima censura... è un libro talmente psicotico, non solo per i contenuti ma anche (soprattutto) per la forma in cui è scritto, da rimanere impresso a lungo. Sono indecisa per il voto finale, in quanto ci sono parti del libro illeggibili (degli interi capitoli, in totale saranno tre o quattro, descrivono la biografia di gruppi musicali con relativa descrizione di ogni canzone di un particolare cd e quei capitoli dopo aver letto qualche riga li ho dovuti saltare completamente, non mi interessavano!) ma anche quelle parti come ho già spiegato hanno un suo perché in quanto rafforzano il concetto di OSSESSIONE del protagonista. E' certamente un dispiacere aver dovuto saltare alcune parti perché avrei comunque preferito poterlo leggere tutto, e per questo motivo non vorrei dare il massimo dei voti. E' però innegabile che il libro sia GENIALE e nulla è lasciato al caso, ed è una caratteristica talmente rara in un libro da indurmi a dare lo stesso 5 stelline.




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