Titolo: Passione
Autrice: Jeanette Winterson
Traduzione: Mara Muzzarelli
Editore: Mondadori
Data di pubblicazione: 12 Giugno 2001
Pagine: 196
Prezzo: 9,50 euro
Sinossi: Il romanzo è il racconto in prima persona di Henri, cuoco nell'esercito di Napoleone, e della sua passione non corrisposta per la figlia lesbica di un gondoliere veneziano. Il resoconto di un innamorato che scava dentro se stesso per scoprire finalmente il confine segreto fra l'amore e l'ossessione, tra la favola e il sentimento autentico. Sullo sfondo dell'ascesa e del declino di Napoleone, si intreccia un'opera che fonde temi scabrosi e fantasia, esplorando i sottili meccanismi psicologici che innescano la smodata adorazione per un leader e per una donna.
La mia opinione: Sono rimasta decisamente spiazzata dalla lettura di questo libro. È una storia molto strana, qualità che potrebbe essere sia positiva che negativa. In questo caso è un "insomma...".
Il libro è diviso in quattro parti, quattro capitoli fondamentali. Però il primo e il secondo capitolo non hanno nulla in comune, sembrerebbero racconti a sé, e subito ho pensato che fosse così. Il primo racconto (quando l'ho letto pensavo che fosse tale...) non mi è piaciuto, l'ho trovato sì strano ma poco interessante, con un protagonista che non spicca per nessuna qualità particolare, mi è sembrata una storia piatta anche se stravagante. Il secondo capitolo invece è completamente diverso, interessante, magico, ambientato in una Venezia labirintica e misteriosa, con descrizioni affascinanti, dove leggenda e realtà si fondono in un tutt'uno. Mi è piaciuto molto. Poi proseguendo la lettura dei seguenti capitoli ho finalmente appreso che i protagonisti del primo e del secondo capitolo si incontrano e da qui le storie non sono più due diverse ma diventano una unica. Però non ho ritrovato la piacevolezza del secondo capitolo, che rimane a mio avviso la parte migliore di tutto il libro. Certamente non posso negare che il libro spicchi e resti impresso per questa sua peculiarità stilistica nella forma, ma non solo. Anche lo stile di scrittura è sempre sopra le righe, un po' poetico, un po' misterioso e surreale, di sicuro nulla di ordinario. Quello che però in definitiva non mi ha convinta è stata proprio la storia in sé. Apprezzo l'originalità, ma al primo posto nella mia graduatoria di apprezzamento di un libro la storia deve avere uno speciale risalto, non essere solo un contorno di uno stile genialmente sui generis. Non mi basta. Se si tolgono tutti gli orpelli stilistici infatti ciò che rimane è soltanto una storia surreale dal finale agrodolce.
Rimango comunque moltissimo incuriosita dall'inventiva dell'autrice e mi prefiggo di leggere altri suoi libri in futuro.
Il libro è diviso in quattro parti, quattro capitoli fondamentali. Però il primo e il secondo capitolo non hanno nulla in comune, sembrerebbero racconti a sé, e subito ho pensato che fosse così. Il primo racconto (quando l'ho letto pensavo che fosse tale...) non mi è piaciuto, l'ho trovato sì strano ma poco interessante, con un protagonista che non spicca per nessuna qualità particolare, mi è sembrata una storia piatta anche se stravagante. Il secondo capitolo invece è completamente diverso, interessante, magico, ambientato in una Venezia labirintica e misteriosa, con descrizioni affascinanti, dove leggenda e realtà si fondono in un tutt'uno. Mi è piaciuto molto. Poi proseguendo la lettura dei seguenti capitoli ho finalmente appreso che i protagonisti del primo e del secondo capitolo si incontrano e da qui le storie non sono più due diverse ma diventano una unica. Però non ho ritrovato la piacevolezza del secondo capitolo, che rimane a mio avviso la parte migliore di tutto il libro. Certamente non posso negare che il libro spicchi e resti impresso per questa sua peculiarità stilistica nella forma, ma non solo. Anche lo stile di scrittura è sempre sopra le righe, un po' poetico, un po' misterioso e surreale, di sicuro nulla di ordinario. Quello che però in definitiva non mi ha convinta è stata proprio la storia in sé. Apprezzo l'originalità, ma al primo posto nella mia graduatoria di apprezzamento di un libro la storia deve avere uno speciale risalto, non essere solo un contorno di uno stile genialmente sui generis. Non mi basta. Se si tolgono tutti gli orpelli stilistici infatti ciò che rimane è soltanto una storia surreale dal finale agrodolce.
Rimango comunque moltissimo incuriosita dall'inventiva dell'autrice e mi prefiggo di leggere altri suoi libri in futuro.