La mia recensione di "Sotto cieli noncuranti" di Benedetta Cibrario.
Titolo: Sotto cieli noncurantiAutore: Benedetta Cibrario
Editore: Feltrinelli
Data di pubblicazione: Ottobre 2011 (ed. economica)
Pagine: 256
Prezzo: 8,50 euro
Sinossi: Matilde ha dodici anni. Non sopporta i guanti spaiati e compie piccoli, bizzarri rituali per addomesticare la realtà, per darle un ordine. È un dicembre torinese, pieno di neve e di ombre. Pochi giorni prima di Natale, il padre di Matilde, il magistrato Giovanni Corrias, è chiamato a indagare sul caso di un bambino morto in circostanze misteriose. Mentre avvia i primi accertamenti e formula le prime ipotesi sua moglie viene investita da un'auto, ed è come se la sorte disegnasse una sua geometrica contemporaneità. Al colpo durissimo il magistrato risponde facendo leva sul senso del dovere e della professione, aggrappandosi alle indagini in corso. Violaine, una giovane poliziotta laureata in psicologia, lo aiuta a ricostruire la sequenza dei fatti. Matilde, intanto, osserva gli adulti e il loro dibattersi alle prese con la fragilità dell'esistenza. Con ostinata tenerezza si domanda in che maniera curare il dolore del padre e delle sorelle, nella convinzione che spetti a lei tentare di aggiustare quello che si è improvvisamente rotto, e alla geometria oscura della morte se ne sovrappone un'altra, luminosa e impalpabile.
La mia opinione: Dalle premesse di questo libro mi sarei aspettata tutt'altro, sembrava una storia interessante, arricchita dai tanti punti di vista narrativi diversi, cosa che solitamente apprezzo, ma invece qui il risultato è stato caotico e dispersivo. Le storie narrate da molteplici punti di vista funzionano solo se i tanti personaggi che si avvicendano hanno dei tratti caratteriali ben caratterizzati e distinti gli uni dagli altri, invece qui manca del tutto la distinzione caratteriale, sembrano tutti identici.
"Sotto cieli noncuranti" (titolo bellissimo!!!) doveva essere una storia di introspezione psicologica, o almeno così avevo capito, invece l'introspezione psicologica è proprio il suo punto debole, quasi del tutto assente a mio avviso. I personaggi reagiscono ai drammi che accadono in maniera completamente superficiale, la narrazione risulta fredda e schematica. Ci sono tante frasi ad effetto durante la lettura, ma non mi hanno impressionata perché risultano solo come un esercizio di stile senz'anima. Il finale inoltre è frettoloso e non si capisce, come non si capisce il personaggio di Matilde, che dovrebbe essere la protagonista, ma è il personaggio più lacunoso di tutti, agisce senza senso, come proprio sul finale, lasciando il lettore veramente deluso.
"Sotto cieli noncuranti" (titolo bellissimo!!!) doveva essere una storia di introspezione psicologica, o almeno così avevo capito, invece l'introspezione psicologica è proprio il suo punto debole, quasi del tutto assente a mio avviso. I personaggi reagiscono ai drammi che accadono in maniera completamente superficiale, la narrazione risulta fredda e schematica. Ci sono tante frasi ad effetto durante la lettura, ma non mi hanno impressionata perché risultano solo come un esercizio di stile senz'anima. Il finale inoltre è frettoloso e non si capisce, come non si capisce il personaggio di Matilde, che dovrebbe essere la protagonista, ma è il personaggio più lacunoso di tutti, agisce senza senso, come proprio sul finale, lasciando il lettore veramente deluso.