Titolo: Correndo con le forbici in mano
Autore: Augusten Burroughs
Traduzione: Giovanna Scocchera
Editore: Rizzoli BUR
Data di pubblicazione: 2007
Pagine: 296
Prezzo: 8,50 (edizione economica)
Sinossi: La corsa di Augusten inizia a nove anni e non rallenta più per tutta l'adolescenza, incastrata tra quel grottesco insegnante di matematica alcolizzato che dovrebbe essere suo padre e una madre sofisticata e vanesia che sogna di vedere i propri versi pubblicati sul "New Yorker". Con le sue giacche blu navy, i capelli sempre laccati e il sogno glamour di diventare parrucchiere per dive o medico in una soap-opera, Augusten viene letteralmente scaricato dalla madre al dottor Finch, il suo psichiatra. Nella casa tutta rosa dove il dottore vive insieme alla moglie, appollaiata davanti alla televisione a sgranocchiare crocchette per cani, si aggirano i loro figli, sette tra biologici e adottivi, e tutti i pazienti variamente psicotici che entrano nella pink house e molto spesso decìdono di non uscirne più, di farsi adottare o di sedurre uno qualsiasi dei membri della famiglia.
La mia opinione: Ho iniziato a leggere questo libro del tutto ignara del fatto che si trattasse di un'autobiografia (anche se quanto corrisponde a verità non è dato sapersi...). Io di solito non amo affatto le autobiografie (passino le biografie, ma quando l'autore parla direttamente di sé è molto diverso) perché hanno il brutto vizio di non raccontare veramente una storia in modo fluido ma di farlo per aneddoti e io ho sempre mal sopportato i libri in cui ogni capitolo racconta di un diverso aneddoto, solitamente mi annoiano e faccio fatica ad andare avanti. Dopo avere letto un paio di capitoli (che mi erano molto piaciuti) mi sono accorta che questo non era un semplice romanzo come avrei preferito, ma si trattava dell'infanzia dell'autore stesso. Inizialmente ne sono rimasta delusa, perché la struttura del libro corrispondeva proprio a ciò che a me non piace: ovvero, aneddoti diversi ad ogni capitolo. Mi sono detta: oh, no, ci risiamo, stessa struttura narrativa trita e ritrita che vuole spacciarsi per uno spaccato di vita del tutto fuori dall'ordinario e con umorismo forzato, come accade quasi sempre nelle autobiografie. Per fortuna mi sono dovuta ricredere. Non totalmente, ma in buona parte sì.
Perché "Correndo con le forbici in mano" è sì un'autobiografia con la stessa identica struttura trita e ritrite delle autobiografie e come tutte le autobiografie punta molto sulle situazioni strampalate e vuole fare ironia... MA... ciò non toglie che tra tutte le autobiografie che ho letto fin'ora è senza dubbio la migliore!!!! Non me lo sarei mai aspettata di poter gradire un libro scritto per aneddoti, ma in realtà lo stile di scrittura è ottimo e riesce a collegare tutti gli avvenimenti dei capitoli, facendoli rientrare in un quadro più grande, così che diventino una vera e propria storia in cui sono riuscita ad affezionarmi ai personaggi e arrivata alla fine mi dispiaceva davvero non poter leggere più di loro!
Intendiamoci, questo non è un libro per tutti, è un libro ESAGERATO, straripa di situazioni ASSURDE, che non so se siano vere, ma la sensazione che ti lascia è proprio che sia tutto vero, dalla prima all'ultima riga. Come dicevo prima, è un libro con uno stile di scrittura davvero ottimo, anche se più volte vengono usati termini forti e anche un po' volgari, e le situazioni narrate oscillano tra l'ironico, il grottesco e il dramma. Sì... per molti versi è una storia parecchio drammatica, anche se i toni sono leggeri e noncuranti, e anche le scene che sfiorano la pedofilia vengono fatte passare per ordinaria amministrazione, come se nulla fosse mai grave.
Questa caratteristica sicuramente non piacerà a tutti... ma a me... vi dirò... non ha dato fastidio, basta entrare nell'ottica che chi ha scritto e ha vissuto realmente quelle cose non pensava ci fosse nulla di male.
Un libro assolutamente fuori di testa, ma che, contrariamente ai miei gusti personali, ho apprezzato.
Perché "Correndo con le forbici in mano" è sì un'autobiografia con la stessa identica struttura trita e ritrite delle autobiografie e come tutte le autobiografie punta molto sulle situazioni strampalate e vuole fare ironia... MA... ciò non toglie che tra tutte le autobiografie che ho letto fin'ora è senza dubbio la migliore!!!! Non me lo sarei mai aspettata di poter gradire un libro scritto per aneddoti, ma in realtà lo stile di scrittura è ottimo e riesce a collegare tutti gli avvenimenti dei capitoli, facendoli rientrare in un quadro più grande, così che diventino una vera e propria storia in cui sono riuscita ad affezionarmi ai personaggi e arrivata alla fine mi dispiaceva davvero non poter leggere più di loro!
Intendiamoci, questo non è un libro per tutti, è un libro ESAGERATO, straripa di situazioni ASSURDE, che non so se siano vere, ma la sensazione che ti lascia è proprio che sia tutto vero, dalla prima all'ultima riga. Come dicevo prima, è un libro con uno stile di scrittura davvero ottimo, anche se più volte vengono usati termini forti e anche un po' volgari, e le situazioni narrate oscillano tra l'ironico, il grottesco e il dramma. Sì... per molti versi è una storia parecchio drammatica, anche se i toni sono leggeri e noncuranti, e anche le scene che sfiorano la pedofilia vengono fatte passare per ordinaria amministrazione, come se nulla fosse mai grave.
Questa caratteristica sicuramente non piacerà a tutti... ma a me... vi dirò... non ha dato fastidio, basta entrare nell'ottica che chi ha scritto e ha vissuto realmente quelle cose non pensava ci fosse nulla di male.
Un libro assolutamente fuori di testa, ma che, contrariamente ai miei gusti personali, ho apprezzato.
Acquisto consigliato? Sì, consigliato a chi sa apprezzare il grottesco. Non consigliato se vi infastidiscono tematiche che sfiorano la violenza domestica, l'abbandono di minore o la pedofilia senza condannarle.