Recensione del libro "Io sono Heathcliff" di Desy Giuffrè.
Titolo: Io sono Heathcliff
Autrice: Desy Giuffrè
Editore: Fazi (collana Lain)
Data di pubblicazione: 30 Marzo 2012
Pagine: 237
Prezzo: 9,90
Autrice: Desy Giuffrè
Editore: Fazi (collana Lain)
Data di pubblicazione: 30 Marzo 2012
Pagine: 237
Prezzo: 9,90
Sinossi: Elena Ray è una ragazza viziata e apparentemente superficiale, in balia dei tipici contrasti adolescenziali con i suoi genitori. Damian Ludeschi è un affascinante ladro di strada, amante del pericolo e romantico sognatore, incapace di accettare l’abbandono del padre e di assecondare i voleri di uno zio avido di potere. Le loro vite sembrano non avere nulla in comune, se non fosse per un’antica maledizione che lega i due ragazzi alla vecchia tenuta conosciuta con il nome di Wuthering Heights, e ai loro storici proprietari: Catherine Earnshaw e il suo amato, terribile Heathcliff. Antichi rancori, inganni, passioni incontrollabili e un personale desiderio di riscatto, metteranno a dura prova l’invisibile lotta tra gli spiriti di Cathy e Heathcliff, e i due ragazzi appartenenti al mondo presente.
La mia opinione: La pubblicazione di questo libro, annunciato come un sequel paranormal romance di "Cime tempestose", era già in programma dall'estate scorsa e questa attesa prolungata mi ha portata a fantasticare molto sui contenuti della storia. Non riuscivo a immaginare come un'autrice esordiente italiana potesse cimentarsi in un'impresa così ardua (rispolverare i vecchi classici senza cadere in banalità non è semplice neanche per scrittori esperti), ma mi ero fatta l'idea che se una grande casa editrice di cui ho moltissima stima come la Fazi avesse deciso di dare fiducia a questo ambizioso progetto una ragione ci dovesse essere. Dopo aver desiderato questo libro per mesi mi sono quindi apprestata alla lettura con entusiasmo e alte aspettative, e mi duole molto scrivere questa recensione negativa.
Iniziamo dalle relazioni con "Cime tempestose". Ok, molte recensioni che ho letto suggeriscono di apprestarsi alla lettura di "Io sono Heathcliff" a mente aperta e senza fare paragoni con il classico, perché è ovvio che non potrebbe reggere il confronto. Io infatti non mi aspettavo minimamente che reggesse il confronto, ma è logico che è impensabile leggerlo cancellando completamente dalla mente il romanzo della Brontë, per vari motivi: 1) già il titolo mi pare eloquente, 2) i rimandi ai personaggi del classico ci sono, 3) l'autrice stessa definisce il suo libro con un sequel di "Cime tempestose". Non avrebbe proprio senso ignorare queste avvisaglie e leggerlo come un libro qualsiasi partito zero, perché così non è. Infatti credo che sarebbe fuori luogo leggere "Io sono Heathcliff" senza avere mai letto "Cime tempestose", perché, soprattutto a causa dei vari rimandi ai due protagonisti Heathcliff e Cathy, credo che ne uscirebbe una lettura un po' sterile. In definitiva quindi io non mi aspettavo un sequel che rivisitasse il romanzo della Brontë arricchendolo e migliorandolo, ma proprio a causa delle tante relazioni con il classico esplicitamente VOLUTE della stessa autrice mi sarei aspettata un minimo di coerenza in più.
A questo proposito la prima profonda delusione è stata l'ambientazione: desideravo fortemente che la storia fosse interamente ambientata in Inghilterra. Questo secondo me era proprio il minimo accorgimento possibile per dare al romanzo quel tocco di credibilità in più. Invece la storia è ambientata prevalentemente in Italia, a Roma, e soltanto brevemente si riesce a far visita alla magica e suggestiva campagna inglese di Wuthering Heights, luogo che fortunatamente riesce a mantenere intatto il suo fascino anche descritto dalla penna di Desy Giuffrè, e quindi mi chiedo come mai la stonata e banale scelta romana (forse perché l'autrice preferiva una città che conosceva meglio?).
I protagonisti di "Io sono Heathcliff" sono quindi italiani. Elena, che rappresenterebbe una Cathy del futuro, una ragazza ricca e viziata, con genitori assenti e una domestica tutto fare che si occupa di lei come se fosse sua madre. E poi c'è Damian, che rappresenterebbe Heathcliff, un ragazzo pieno di problemi, invischiato pericolosamente nella mala vita a causa di uno zio senza scrupoli che vuole trascinare definitivamente il nipote nel suo mondo. E qui devo dire che gli stereotipi si sprecano. In più non ho mai letto o guardato il film di "Tre metri sopra il cielo" ma da quanto ho capito le due storie si assomigliano molto (scene in motocicletta incluse).
Ma ad entrare in gioco ci sono anche i veri Heathcliff e Cathy, ovvero, i loro fantasmi, che vagano sulla terra per coronare finalmente il loro sogno d'amore e la loro ultima possibilità è di far innamorare i due ragazzi (loro discendenti) e di appropriarsi dei loro corpi. E qui altra nota stonata: i due fantasmi comunicano con i due ragazzi parlando in italiano! Così come in italiano si esprimono pure tutti i personaggi che la famiglia di Elena incontrerà nella loro visita a Wuthering Heights. Queste piccole imprecisioni purtroppo saltano all'occhio del lettore in maniera talmente evidente che diventa difficile riuscire a prendere sul serio il romanzo.
Ma, anche volendo mettere da parte tutte le piccole mancanze, dovute certamente all'ingenuità e alla scusabilissima mancanza di esperienza dell'autrice, la storia (per quanto concerne lo svolgersi dei fatti e lo sviluppo della trama) risulta comunque molto banale, con personaggi caricaturali e senza spessore, dialoghi immaturi e forzati, e scenette al limite del ridicolo (come il tentativo di scippo finito a "tarallucci e vino"). Inoltre più volte ho notato una cattiva distribuzione del tempo dedicato alle scene più importanti. Alcune scene infatti vengono descritte nei minimi particolari, anche se secondarie e non particolarmente interessanti, mentre altre, che avrebbero meritato più spazio, vengono liquidate frettolosamente in poche parole. Per non parlare dei vari "salti di riga" (che nel romanzo corrispondono ad un cambio temporale) che avvengono frequentemente, magari facendo passare anche giorni o settimane, e creando un po' di fastidio nella mente del lettore, che avrebbe preferito una narrazione più lineare.
Neanche il finale è riuscito a risollevare un po' le sorti della storia, anzi, possibilmente è risultato ancora più scialbo, semplicistico e ordinario di come mi sarei mai aspettata :-(
Però... dopo questa lista apparentemente infinita di difetti mi sento anche di affermare che nonostante tutto lo stile di scrittura dell'autrice, intesa come padronanza del linguaggio, non è affatto male, anzi, è sicuramente superiore alla maggior parte di young adult in circolazione. Le descrizioni sono ben riuscite, come anche gli stati d'animo, e l'esposizione dei fatti (che appare scorrevole, chiara, non confusa). I termini usati sono vari e il vocabolario ricco e pertinente. Il mio consiglio all'autrice è assolutamente quello di continuare a scrivere (magari lasciando da parte i classici) e lavorare di più sulla storia e sui suoi personaggi per riuscire a creare un qualcosa di più originale e meno stereotipato.
Iniziamo dalle relazioni con "Cime tempestose". Ok, molte recensioni che ho letto suggeriscono di apprestarsi alla lettura di "Io sono Heathcliff" a mente aperta e senza fare paragoni con il classico, perché è ovvio che non potrebbe reggere il confronto. Io infatti non mi aspettavo minimamente che reggesse il confronto, ma è logico che è impensabile leggerlo cancellando completamente dalla mente il romanzo della Brontë, per vari motivi: 1) già il titolo mi pare eloquente, 2) i rimandi ai personaggi del classico ci sono, 3) l'autrice stessa definisce il suo libro con un sequel di "Cime tempestose". Non avrebbe proprio senso ignorare queste avvisaglie e leggerlo come un libro qualsiasi partito zero, perché così non è. Infatti credo che sarebbe fuori luogo leggere "Io sono Heathcliff" senza avere mai letto "Cime tempestose", perché, soprattutto a causa dei vari rimandi ai due protagonisti Heathcliff e Cathy, credo che ne uscirebbe una lettura un po' sterile. In definitiva quindi io non mi aspettavo un sequel che rivisitasse il romanzo della Brontë arricchendolo e migliorandolo, ma proprio a causa delle tante relazioni con il classico esplicitamente VOLUTE della stessa autrice mi sarei aspettata un minimo di coerenza in più.
A questo proposito la prima profonda delusione è stata l'ambientazione: desideravo fortemente che la storia fosse interamente ambientata in Inghilterra. Questo secondo me era proprio il minimo accorgimento possibile per dare al romanzo quel tocco di credibilità in più. Invece la storia è ambientata prevalentemente in Italia, a Roma, e soltanto brevemente si riesce a far visita alla magica e suggestiva campagna inglese di Wuthering Heights, luogo che fortunatamente riesce a mantenere intatto il suo fascino anche descritto dalla penna di Desy Giuffrè, e quindi mi chiedo come mai la stonata e banale scelta romana (forse perché l'autrice preferiva una città che conosceva meglio?).
I protagonisti di "Io sono Heathcliff" sono quindi italiani. Elena, che rappresenterebbe una Cathy del futuro, una ragazza ricca e viziata, con genitori assenti e una domestica tutto fare che si occupa di lei come se fosse sua madre. E poi c'è Damian, che rappresenterebbe Heathcliff, un ragazzo pieno di problemi, invischiato pericolosamente nella mala vita a causa di uno zio senza scrupoli che vuole trascinare definitivamente il nipote nel suo mondo. E qui devo dire che gli stereotipi si sprecano. In più non ho mai letto o guardato il film di "Tre metri sopra il cielo" ma da quanto ho capito le due storie si assomigliano molto (scene in motocicletta incluse).
Ma ad entrare in gioco ci sono anche i veri Heathcliff e Cathy, ovvero, i loro fantasmi, che vagano sulla terra per coronare finalmente il loro sogno d'amore e la loro ultima possibilità è di far innamorare i due ragazzi (loro discendenti) e di appropriarsi dei loro corpi. E qui altra nota stonata: i due fantasmi comunicano con i due ragazzi parlando in italiano! Così come in italiano si esprimono pure tutti i personaggi che la famiglia di Elena incontrerà nella loro visita a Wuthering Heights. Queste piccole imprecisioni purtroppo saltano all'occhio del lettore in maniera talmente evidente che diventa difficile riuscire a prendere sul serio il romanzo.
Ma, anche volendo mettere da parte tutte le piccole mancanze, dovute certamente all'ingenuità e alla scusabilissima mancanza di esperienza dell'autrice, la storia (per quanto concerne lo svolgersi dei fatti e lo sviluppo della trama) risulta comunque molto banale, con personaggi caricaturali e senza spessore, dialoghi immaturi e forzati, e scenette al limite del ridicolo (come il tentativo di scippo finito a "tarallucci e vino"). Inoltre più volte ho notato una cattiva distribuzione del tempo dedicato alle scene più importanti. Alcune scene infatti vengono descritte nei minimi particolari, anche se secondarie e non particolarmente interessanti, mentre altre, che avrebbero meritato più spazio, vengono liquidate frettolosamente in poche parole. Per non parlare dei vari "salti di riga" (che nel romanzo corrispondono ad un cambio temporale) che avvengono frequentemente, magari facendo passare anche giorni o settimane, e creando un po' di fastidio nella mente del lettore, che avrebbe preferito una narrazione più lineare.
Neanche il finale è riuscito a risollevare un po' le sorti della storia, anzi, possibilmente è risultato ancora più scialbo, semplicistico e ordinario di come mi sarei mai aspettata :-(
Però... dopo questa lista apparentemente infinita di difetti mi sento anche di affermare che nonostante tutto lo stile di scrittura dell'autrice, intesa come padronanza del linguaggio, non è affatto male, anzi, è sicuramente superiore alla maggior parte di young adult in circolazione. Le descrizioni sono ben riuscite, come anche gli stati d'animo, e l'esposizione dei fatti (che appare scorrevole, chiara, non confusa). I termini usati sono vari e il vocabolario ricco e pertinente. Il mio consiglio all'autrice è assolutamente quello di continuare a scrivere (magari lasciando da parte i classici) e lavorare di più sulla storia e sui suoi personaggi per riuscire a creare un qualcosa di più originale e meno stereotipato.
E ora, per dare una migliore panoramica, passiamo a esaminare bene le varie parti che compongono il libro:
Cover: La cover è bellissima e curata nei dettagli. Ho adorato soprattutto il fatto che non solo la sovracopertina è stata curata, ma anche la copertina rigida sottostante riporta lo stesso colore predominante e la foto dello sfondo con gli alberi viene ripresa sul risguardo! Il risultato è davvero grazioso.
Stile di scrittura: Lo stile di scrittura è scorrevole, con un'ottima padronanza del linguaggio e alta capacità descrittiva. Purtroppo ciò non basta per renderla ottimale, dato che c'è stato un cattivo dosaggio delle scene, sia dal punto di vista della scelta dello spazio da dedicargli, che dal punto di vista temporale. Inoltre si nota una maggior capacità di narrazione indiretta, mentre i dialoghi risultano acerbi.
Idee alla base della storia: Le idee iniziali sulle quali si basava il romanzo erano ottime, anche se molto difficili da realizzare. Purtroppo infatti il loro sviluppo è stato a dir poco deludente. Partendo da un'ambientazione inadatta, si prosegue con una storia ricca di banalità, poco interessante, con colpi di scena prevedibili, ed un finale al saccarosio. L'originalità ambiziosa del progetto è rimasta solo un'idea che, a parer mio, non è riuscita a concretizzarsi.
Caratterizzazione dei personaggi: I personaggi sono parecchio stereotipati e, anche se ben descritti, lontani anni luce da destare coinvolgimento ed empatia nel lettore. Anche i "fantasmi" di Heathcliff e Cathy risultano piatti e noiosi.
Editing a cura della casa editrice: L'edizione è molto curata esteticamente, all'interno presenta qualche refuso e qualche svista di scrittura, ma niente di grave.
voto:
Acquisto consigliato? In generale non
mi sento di consigliare questo libro. Ne sono
rimasta delusa su più fronti :-(
Come tipologia di storia potrebbe però risultare piacevole a lettrici adolescenti, che abbiano già letto "Cime tempestose". Secondo me quest'ultimo è un requisito fondamentale per riuscire ad avere un coinvolgimento maggiore nella storia.
Come tipologia di storia potrebbe però risultare piacevole a lettrici adolescenti, che abbiano già letto "Cime tempestose". Secondo me quest'ultimo è un requisito fondamentale per riuscire ad avere un coinvolgimento maggiore nella storia.
Mi è piaciuta molto questa tua recensione!
RispondiEliminaIo devo ancora leggerlo e, proprio come te, ho atteso a lungo questo romanzo e nutro molte aspettative...
Cercherò di non farmi influenzare troppo dalle recensioni che sto leggendo :-)