Titolo: Come un romanzo
Autore: Daniel Pennac
Traduzione: Yasmina Melaouah
Editore: Feltrinelli
Data di pubblicazione: Marzo 1993
Pagine: 139
Prezzo: 6,50 euro
Sinossi: È proprio attraverso l'analisi del comportamento, di come giorno dopo giorno interagiamo con l'oggetto libro e i suoi contenuti, che Pennac riesce a dimostrare alcune storture dell'educazione non solo scolastica, ma anche familiare. Laddove, normalmente, la lettura viene presentata come dovere, Pennac la pone invece come diritto e di tali diritti arriva a offrire il decalogo. Piena libertà dunque nell'approccio individuale alla lettura perché "le nostre ragioni di leggere sono strane quanto le nostre ragioni di vivere".
La mia opinione: Ormai è ampiamente risaputo che i diritti IMPRESCINDIBILI del lettore sono i seguenti:
1. Il diritto di non leggere
2. Il diritto di saltare le pagine
3. Il diritto di non finire un libro
4. Il diritto di rileggere
5. Il diritto di leggere qualsiasi cosa
6. Il diritto al bovarismo (malattia testualmente contagiosa)
7. Il diritto di leggere ovunque
8. Il diritto di spizzicare
9. Il diritto di leggere a voce alta
10. Il diritto di tacere
E nella lettura di questo libro io mi sono concessa il diritto numero 2!!!!
Ho praticamente saltato tutte le pagine fino a leggere solo i (pochi) passaggi interessanti. Forse sarà che questo libro ormai ha fatto il suo tempo, al suo interno si fanno riferimenti a una modernità che prevede lettori di cassette musicali, e purtroppo, quando i contenuti dei libri di saggistica diventano datati non c'è più nulla da fare, i saggi non preservano intatta la loro bellezza nonostante lo scorrere del tempo come succede per i romanzi!!!! E poi è un testo quasi esclusivamente pedagogico... davvero troppo per i miei gusti. Speravo che fosse un libro adatto a chi ama leggere ma invece io, da amante della lettura, mi sono proprio annoiata! E poi che cosa sia il "diritto al bovarismo" citato nel punto 6 mica l'ho capito, ha a che vedere con qualche riferimento a Madame Bovary, ma, essendo un libro di cui mi ricordo molto poco, mi sfugge del tutto il collegamento e l'autore non è stato affatto bravo a spiegarlo. Molto meglio leggersi un romanzo, piuttosto che questo "come un romanzo"!
1. Il diritto di non leggere
2. Il diritto di saltare le pagine
3. Il diritto di non finire un libro
4. Il diritto di rileggere
5. Il diritto di leggere qualsiasi cosa
6. Il diritto al bovarismo (malattia testualmente contagiosa)
7. Il diritto di leggere ovunque
8. Il diritto di spizzicare
9. Il diritto di leggere a voce alta
10. Il diritto di tacere
E nella lettura di questo libro io mi sono concessa il diritto numero 2!!!!
Ho praticamente saltato tutte le pagine fino a leggere solo i (pochi) passaggi interessanti. Forse sarà che questo libro ormai ha fatto il suo tempo, al suo interno si fanno riferimenti a una modernità che prevede lettori di cassette musicali, e purtroppo, quando i contenuti dei libri di saggistica diventano datati non c'è più nulla da fare, i saggi non preservano intatta la loro bellezza nonostante lo scorrere del tempo come succede per i romanzi!!!! E poi è un testo quasi esclusivamente pedagogico... davvero troppo per i miei gusti. Speravo che fosse un libro adatto a chi ama leggere ma invece io, da amante della lettura, mi sono proprio annoiata! E poi che cosa sia il "diritto al bovarismo" citato nel punto 6 mica l'ho capito, ha a che vedere con qualche riferimento a Madame Bovary, ma, essendo un libro di cui mi ricordo molto poco, mi sfugge del tutto il collegamento e l'autore non è stato affatto bravo a spiegarlo. Molto meglio leggersi un romanzo, piuttosto che questo "come un romanzo"!
Acquisto consigliato? Capisco chi ne conserva un ricordo affettuoso per averlo letto nel decennio giusto in cui andava letto, e non voglio offendere nessuno, ma a me personalmente questo testo didattico e pedagogico mi è parso ormai trascurabile, adatto solo da leggersi in ambiti scolastici, ma assolutamente non più come libro da leggere per il gusto di leggere!
Cara consorella, io non riesco a procedere nemmeno con la lettura dei romanzi di Pennac... li trovo faticosissimi e caotici. Che la Dea ti benedica, Anonima Strega
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