martedì 4 settembre 2012

Recensione: UN MUCCHIO DI GIORNI COSI'

Recensione del libro "Un mucchio di giorni così" di Angelo Calvisi.


Titolo: Un mucchio di giorni così
AutoreAngelo Calvisi
Editore: Quarup
Data di pubblicazione: Luglio 2012
Pagine: 122
Prezzo: 12,90

Essere lasciato dalla fidanzata e desiderare (almeno) di uccidere l'uomo con cui lei ti ha rimpiazzato, assistere a uno dei più dirompenti fatti della cronaca italiana dell'ultimo decennio (perché il G8 hanno deciso di farlo nella tua città, loro), perdere il lavoro, giocare nella squadretta di calcio del carcere e portare un soprannome che fa tanto serie A, conoscere una donna sposata (e conoscerne poi anche il marito) "senza trucco, senza orecchini", e che profuma "lievemente di arancia"... E tra i carruggi senti spargersi come un fluido una nenia dei Current 93, che dice a un bimbo di non piangere, o l'odore del mare... Una traversata nel tempo, nei cinque tempi regolamentari di una storia, romantica comune e specialissima come è ogni vita di uomo, distillata negli attimi che la rendono se stessa e la incapsulano come un antico animale conservato per sempre nell'ambra.

La mia opinione: L'autore Angelo Calvisi in questo romanzo fornisce al lettore uno spaccato contemporaneo e tristemente reale di quella fascia generazionale di transizione che vive "alla giornata" senza poter contare su un futuro migliore.
Il protagonista è Paolo, quarantenne alla deriva come molti, con un lavoro precario e una situazione sentimentale approssimativa, che in prima persona ci racconta di sé stesso in vari momenti della sua vita, sullo sfondo di una Genova claustrofobica che forse ha già dato troppo e che ora non ha più nulla da offrire.
Addentrarsi in questo romanzo è un'esperienza che sicuramente non dona sollievo, non vi troverete una piacevole storia d'evasione dove potersi rifugiare dalla realtà quotidiana. Qui la realtà quotidiana è fin troppo marcata, la sentirete alitarvi sul collo ad ogni parola. Inutile pure, come tenta il protagonista, rifugiarsi nella stereotipata passione calcistica sperando che i problemi svaniscano con la vittoria della propria squadra del cuore. "Un mucchio di giorni così" è come quei sogni che vorresti correre e non ci riesci, una storia di vita come tante, con ricordi, aneddoti, sogni infranti, un collage di emozioni e pensieri, che si snoda avanti e indietro nel tempo in maniera un po' disordinata, iniziando dall'anno 2007 e retrocedendo al 1995, per poi nuovamente saltare dal 2001 al 2012, e concludendo infine con il 2009.
Proprio a causa di questa struttura narrativa, che esula dall'ordine cronologico tradizionale, si fa un po' fatica ad entrare nelle dinamiche della storia, si rimane spiazzati da questa sorta di "caoticità", non si riesce subito ad empatizzare con il protagonista e con il suo fluire a ruota libera di pensieri, sciolto e rapido con un fiume in piena. Intendiamoci, il fatto che l'autore abbia tentato un'esposizione diversa dal normale, non è di per sé negativo, anzi, avrebbe potuto rappresentare un enorme pregio, un punto di forza trainante. Il problema è che espedienti di questo tipo creano una certa aspettativa nel lettore, si attende una svolta folgorante, un colpo di scena geniale che lasci annichiliti, qualcosa di potente o comunque di imprevisto, che dia un senso a questa scelta stilistica alternativa.
Invece la storia lascia un gusto amaro: è stato interessante entrare fugacemente nell'esistenza di questo personaggio, è stato interessante assistere alla rappresentazione di questo scorcio di vita attuale, veritiero, disilluso, ma la sensazione a libro finito non è esattamente quello che ci si aspettava.


E ora, per dare una migliore panoramica, passiamo a esaminare bene le varie parti che compongono il libro:


Cover: L'immagine di copertina (uno scatto fotografico di un quartiere genovese) è adatta sia ai contenuti del libro che al titolo, ne ritrae la quotidianità di quegli ambienti.

Stile di scrittura: La padronanza del linguaggio è ottima, da segnalare solo una piccola "concessione poetica" nell'uso della punteggiatura (a volte). Lo stile di scrittura è veloce, dinamico, ma in certi passaggi è ingarbugliato, perché i pensieri vengono esposti a ruota libera, forse un po' troppo, e si accavallano gli uni sugli altri in maniera discorsiva, che ha comunque il pregio di evidenziare la narrazione in prima persona e rafforzarla.

Idee alla base della storia: La tematica è particolarmente realistica, non posso dire originale, ma in certi generi letterari (come questo) non è caratteristica fondamentale, e viene sfruttata in modo genuino, apprezzabile il tentativo di uno sviluppo alternativo.

Caratterizzazione dei personaggi: In questo libro l'unico personaggio che si impara a conoscere abbastanza a fondo è il protagonista, i personaggi di contorno non sono caratterizzati, sono solo nomi, ma ciò nonostante non se ne sente la mancanza, non è fondamentale approfondirli ai fini della storia.

Editing e traduzione a cura della casa editrice: Non ho trovato refusi, il libro mi è sembrato ben corretto e curato.

voto:


Acquisto consigliato? Consigliato a chi vuole intraprendere una lettura realistica immersa in un'ambientazione del tutto nostrana, di facile immedesimazione. Adattissima a chi è nato e cresciuto a Genova a causa dei riferimenti ad alcune zone della città, ma chi non le conosce può facilmente utilizzare l'immaginazione.

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