giovedì 27 settembre 2012

Recensione: KAYLA 6982

Ecco la mia recensione al libro "Kayla 6982" di Karen Sandler.


Titolo: Kayla 6982
AutriceKaren Sandler
Traduzione: Sara Reggiani
Editore: Giunti Y
Data di pubblicazione: 12 Settembre 2012
Pagine: 496
Prezzo: 12,00

Sinossi: Il pianeta Loka è stato colonizzato da un'élite di terrestri facoltosi e spregiudicati, gli unici superstiti di una Terra ormai inabitabile. Fra loro ci sono scienziati senza scrupoli che hanno creato una sub-razza di schiavi da sfruttare biecamente. Sono androidi senzienti costituiti da genoma umano e circuiti elettrici, e occupano il posto più infimo della società nel sistema di caste gerarchiche di Loka. Ma queste creature hanno un cuore, un'etica e una volontà. Sono quasi umani e, forse, troppo umani. Questa è la storia di una di loro, la quindicenne Kayla 6982 che, con l'aiuto dell'amica Mishalla, si lancia in una pericolosa avventura per scoprire le terribili verità che si nascondono dietro al mostruoso piano degli umani. Una trama sorprendente in cui si intrecciano umiliazioni, razzismo, coraggio e lealtà, ma in cui trova posto anche l'amore. Sul polveroso pianeta Loka, illuminato da due pallidi soli, sboccia la storia proibita fra un umano di alto rango, nipote di un vecchio scienziato illuminato, e la giovane Kayla.


La mia opinione: Iniziato e terminato nell'arco di 2 giorni, "Kayla 6982" è un romanzo YA davvero molto interessante e avvincente, le sue 500 pagine scivolano via senza nessuna fatica e la sensazione che lasciano è positiva.
Ambientato nel futuro, in un pianeta chiamato Loka, la storia è prevalentemente di genere fantascientifico, ma ha al suo interno anche un'importante componente distopica. Il mondo di Kayla infatti è diviso da una rigida gerarchia sociale, dove al vertice ci sono i Puri (divisi tra puri d'alto rango e di basso rango) e al seguito ci sono gli impuri. Mentre nello scalino più in fondo ci sono i NGM (Non-umani geneticamente modificati) ed essi sono dei veri e propri schiavi, le cui vite sono considerate meno di zero. Kayla appartiene a questo ultimo gruppo e il suo destino, raggiunta l'età di 15 anni, è quello di essere allontanata per sempre dai suoi affetti per andare a lavorare presso le dipendenze delle caste sociali più alte. E' interessante entrare nell'ottica di pensiero che vige nel pianeta Loka, perché gli NGM vengono considerati non umani solo per il fatto di essere nati all'interno di una capsula anziché nel ventre materno e nonostante il loro DNA sia quasi uguale agli umani vengono considerati degli  esseri senz'anima, incapaci di provare sentimenti, incapaci di provare dolore, umiliati e sbeffeggiati con l'epiteto di bestie. Questo fa molto riflettere anche sulla società odierna, sul fatto che la nostra società non sia per niente migliore in quanto anche qui chi ha la sfortuna di non nascere umano è considerato dai più come uno stupido pupazzo incapace di provare sentimenti, vedi il rispetto alla vita che quasi nessuno ha nei confronti degli animali. Però, proprio come nel nostro mondo, anche su Loka ci sono persone che la pensano diversamente, persone capaci di fare la differenza e di credere che ci sia un modo per cambiare le cose. Ed è proprio questa la storia che il libro della Sandler ci riserva, una storia di speranza e lotta contro le divergenze razziali.
Il romanzo è solo il primo di una trilogia, ma per come è strutturato potrebbe anche essere letto nell'ottica di un romanzo autoconclusivo. Le descrizioni del mondo di Loka sono molto esaurienti, ci sono moltissime spiegazioni sulle sue origini e sulle origini dei non-umani, nonché sulla divisione in caste. Quest'ultima cosa però, nonostante il tentativo di delinearla al meglio, appare confusa. Credo che a questo riguardo l'autrice avrebbe dovuto ideare una divisione un tantino più semplice e mi permetto di aprire una piccola parentesi per spiegare il perché. Le caste sono divise in base alla ricchezza delle famiglie, e fin qui potrebbe andare bene, ma oltre a questo i Puri devono anche avere una certa gradazione di pelle (non troppo scura, ma nemmeno troppo chiara), e i capelli e gli occhi devono essere scuri. Però anche qui ci potrebbero essere delle eccezioni, perché infatti ci sono anche dei Puri biondi con la pelle chiara, e questo crea nel lettore molta confusione. Non si riesce a capire che senso abbia la distinzione in base ai tratti somatici se originariamente la divisione in caste era fatta solo in base alla ricchezza della famiglia. Infatti in alcuni passaggi viene spiegato che gli impuri vengono considerati così perché non possiedono appezzamenti di terra, però al tempo stesso viene anche spiegato che gli impuri si riconoscono a prima vista, e che chi ad esempio ha gli occhi verdi è per forza impuro. Ecco, io queste distinzioni non le ho capite ed è l'unico appunto che mi sento di fare al romanzo, che per il resto è invece molto chiaro.
La lettura di questo libro è stata un'esperienza affascinante e coinvolgente. La storia mi ha catturata fin dalle prime pagine e la curiosità di capire e comprendere appieno tutti i meccanismi di questa nuova società mi ha indotta a procedere più velocemente del solito. Lo stile di scrittura risulta scorrevole nonostante alcune delle tematiche narrate (ad esempio l'ingegneria genetica, e le tecnologie informatiche futuristiche) non siano per niente di semplice portata. La prosa poi è piuttosto matura rispetto alla media dei romanzi young adult e permette un riscontro favorevole anche da parte di lettori adulti. Solo nella seconda parte del libro vi sono alcune risoluzioni un po' scontate, ma il finale è diverso e più originale rispetto alle aspettative e lascia aperto uno spiraglio per il libro successivo. "Kayla 6982" però non si limita ad essere un bel romanzo di distopico-fantascientifico, ma solleva importanti questioni etiche, religiose, spirituali, razziali e permette al lettore di riflettere profondamente sulla società in cui viviamo. Proprio per questo consiglio di leggerlo indipendentemente dai gusti personali e, come è accaduto per la trilogia "The Giver" di Lois Lowry, non mi stupirei se venisse inserito nei programmi scolastici delle scuole medie. 



E ora, per dare una migliore panoramica, passiamo a esaminare bene le varie parti che compongono il libro:


Cover: La cover italiana è molto carina e riesce a rappresentare molto bene le tematiche del libro.
Questa invece è la cover originale:
anche questa è molto bella (in particolare mi piacciono i colori) però ammetto che quella italiana ha più elementi che rappresentano la storia e quindi da questo punto di vista è più completa.
Quello che non mi soddisfa è il titolo italiano. "Kayla 6982" (per via del numero a quattro cifre) è un titolo un po' difficile da ricordare ed è anonimo. "Tankborn" era un titolo molto più azzeccato e io l'avrei addirittura lasciato in inglese perché è molto d'effetto.

Stile di scrittura: Lo stile di scrittura è scorrevole e incalzante, adatto a lettori giovani, ma abbastanza maturo da riuscire ad attrarre anche lettori adulti.

Idee alla base della storia: Ottime! Trovo splendido che una storia di fantascienza riesca al tempo stesso a ricreare un parallelismo con la nostra società in maniera così calzante. Mi piacciono i romanzi che oltre ad intrattenere fanno riflettere!

Caratterizzazione dei personaggi: I personaggi sono delineati sufficientemente, anzi, sicuramente in maniera più profonda rispetto alla media degli YA, però personalmente mi aspetto miglioramenti nei prossimi libri della serie.

Editing e traduzione a cura della casa editrice: Ci sono un po' di erroretti di battitura qua e là, ne ho contati almeno cinque. La traduzione è accurata, in quanto non è proprio letterale dall'inglese, ma vi è un tentativo di renderla idonea per il pubblico italiano. Ad esempio le divisioni in caste in italiano hanno nomi diversi rispetto alla versione originale, ma altrettanto appropriati.




voto:



Acquisto consigliato? Sì! E' un romanzo che consiglio a tutti, ma soprattutto a chi ama i romanzi sociali che fanno riflettere e che sollevano questioni etiche.

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