Parte oggi la nuova rubrica "Un libro... a raggi X!!!"Di cosa si tratta?Questa rubrica è stata ideata da me e da Morna (del blog Forgotten page a cui il mio blog è gemellato) e consiste nel leggere entrambe un determinato libro e commentarlo un po' alla volta, come una specie di commento a due voci in cui alternandoci diremo le nostre impressioni sul libro in oggetto.
Dopo aver passato ai raggi X i libri già tre romanzi ("Il libro della vita e della morte" di Deborah Harkness, "Il diario proibito di Maria Antonietta" di Juliet Grey, "Una moglie affidabile" di Robert Goolrick) è arrivato il momento di presentarvi il quarto libro ospite della nostra rubrica. Questa è la volta di: "L'ultimo lupo mannaro" di Glen Duncan e siccome il libro è piuttosto lungo (conta ben 61 capitoli) divideremo la rubrica in quattro puntate, commentando 15 capitoli alla volta. In questa prima puntata verranno quindi presi in considerazione i capitoli dall'1 al 15.
Vi lascio intanto la scheda del libro:
Titolo: L'ultimo lupo mannaro
Serie: L'ultimo lupo mannaro, vol.1
Serie: L'ultimo lupo mannaro, vol.1
Autore: Glen Duncan
Traduzione: Tommaso Biancardi
Editore: ISBN edizioni
Data di pubblicazione: 21 Aprile 2011
Pagine: 474
Prezzo: 16,90
Data di pubblicazione: 21 Aprile 2011
Pagine: 474
Prezzo: 16,90
Sinossi: Jacob Marlowe ha appena scoperto di essere l’ultimo della sua specie. È braccato dai suoi nemici e tormentato da un tragico passato. Logorato da due secoli di lussuria e di assassini, a cui è spinto ogni mese dalla Maledizione che lo ha colpito, h deciso di consegnarsi alle autorità alla prossima luna piena. Gli ultimi trenta giorni prima che tutto finisca. Ma proprio mentre Jacob sta contando le ore che lo separano dalla propria fine, un brutale omicidio e un incontro tanto incredibile quanto inaspettato lo catapultano di nuovo all'inseguimento della vita. “L’ultimo lupo mannaro” è qualcosa di unico e totalmente nuovo, un romanzo in cui azione, dolore, poesia, amore, sesso, humour, sangue e morte si tengono per mano in un miracoloso equilibrio.
Ecco la nostra opinione dei capitoli dall'1 al 15:
SARA: Iniziamo a parlare di cover e formato. Nonostante la cover sia molto semplice e senza fronzoli l'apprezzo proprio perché anche nell'edizione originale è molto simile. Subito vi è la quasi certezza che la storia contenuta al suo interno non sia una delle solite patinate che vanno di gran moda adesso e anche questo mi ha incuriosita e indotta all'acquisto. Meno attrazione l'ho avuta riguardo al formato, molto piccolo, compatto, in brossura, con copertina di cartoncino abbastanza sottile e non plastificato. Questo è uno dei formati tipici della casa editrice quindi non ne posso fare una colpa al libro, però non è agevole. A causa delle ridotte dimensioni il libro prende la forma di un mattoncino molto spesso, i caratteri sono piccoli come in un'edizione super-economica (nonostante il prezzo non lo sia) e a bisogna aprire il libro con cautela per non lasciare segni sul dorso. Diciamo che questo ultimo punto non è obbligatorio, ma essendo io fissata con l'idea di mantenere i libri in condizioni ottimali non posso fare a meno che leggere il volume facendo attenzione a piegarlo il meno possibile.
SARA: Passando invece al romanzo, ammetto che in questi primi 15 capitoli non mi sono ancora fatta un'idea precisa se il libro possa piacermi oppure no. E' una sensazione strana perché in alcuni punti la storia mi sembra interessante e in altri mi è indifferente. Certamente l'impatto iniziale è in linea con la sensazione che ispirava l'immagine di copertina: una storia senza fronzoli e davvero lontana anni luce dalla moda del momento.
MORNA: Io invece un’idea ben precisa me la sono fatta, eccome! E l’idea sarebbe che questo libro non mi piace! Non nego che la storia ha, secondo me, diverse potenzialità. Inutile sottolineate come però non siano affatto sfruttate dall'autore. L’idea del romanzo duro, senza fronzoli, sbattuta in faccia al lettore dove la bestia è bestia e, il mostro è davvero tale era una genialata, almeno secondo me soprattutto nell'era dei vampiri scintillanti, buoni e ultrabelli. Ma di tutto il resto non salvo niente!
SARA: L'autore inoltre sfoggia un linguaggio molto maschile. Lui è un uomo, il protagonista anche, ok, ma a prescindere da questo esistono libri prettamente femminili (che non sempre apprezzo, dipende molto dai contenuti), poi ci sono i romanzi equilibrati che vanno bene per entrambi (quelli che preferisco!) e poi ci sono anche quei romanzi prettamente maschili, e "L'ultimo lupo mannaro" è proprio uno di questi e si nota. Ciò non significa che un romanzo maschile non possa piacere a una donna (io ad esempio adoro i romanzi di Irvine Welsh nonostante siano talmente maschili da sfiorare a volte la misoginia, ma Welsh è geniale, un provocatore goliardico, ci può stare) però in questo libro ammetto di essermi sentita tagliata fuori, di non riuscire ad entrare in sintonia con il protagonista ed è per questo che ancora devo capire se la mia mancanza di feeling è solo momentanea o no.
MORNA: D’accordissimo con te: il linguaggio è molto maschile, così come molti dettagli del romanzo e ciò può in effetti destabilizzare un lettore donna (cosa che per altro, come te, ho provato sulla mia pelle) Inoltre, nonostante la sufficiente caratterizzazione del protagonista, Jacob ha continuato a rimanermi indifferente, l’ho sentito poco vicino e per niente empatico se non a tratti discontinui.
Voglio inoltre porre l’attenzione su un altro aspetto che proprio non ho digerito: lo stile dell’autore. L’ho trovato davvero irritante, come ho fatto a non scagliare il libro fuori dalla finestra in certi passi, resta ancora da vedere! Glen Duncan gioca letteralmente con le parole e con i significati. Gioca con le frasi e i concetti. Infila nel mezzo di un discorso un altro discorso che non c’entra nulla con il precedente. E io mi domando: il tutto a che pro? La voglia di sperimentazione (chiamiamola così)dell’autore mi ha dato su i nervi durante tutta la lettura. La ricerca costante del vocabolo particolare, dell’accostamento ardito, la voglia di stupire a tutti i costi il lettore mi ha stufata e fatto infuriare. Glen Duncan gioca a fare il geniale e il goliardico, peccato che gli riesce estremamente male! Soprattutto il voler shoccare il lettore a ogni costo mi ha alternativamente innervosito e strappato risate (di disperazione). Ora, io non sono certo una puritana che si scandalizza per l’uso di un linguaggio hard, anzi ho detto prima come questa caratteristica avrebbe potuto essere molto interessante se portata avanti bene, ma dimmi (e ditemi voi) che senso ha questa frase “[…] il suo intrepido sangue femminile, un tenue, elettrizzante odore di m**** e quello penetrante e caldo della sua f*** intelligente e setosa” . F*** intelligente??
Ipotetico dialogo di Morna con Duncan: “No, dico ma mi prendi per deficiente, per cretina? Ti piace usare quella parola e la usi a caso in una frase tanto per dire di averla messa? Credi di impressionare? Credi che il tuo personaggio in questo moda risulti essere l’alpha della situazione? Mi spiace caro, ma l’idea che arriva è che questo poveretto oltre a non conoscere gli aggettivi è perennemente arrapato e basta!
Per quanto mi riguarda sono questi dettagli (e come questo ce ne sono a decine nelle 130 pagine lette finora) che mi hanno maggiormente infastidita.
Voglio inoltre porre l’attenzione su un altro aspetto che proprio non ho digerito: lo stile dell’autore. L’ho trovato davvero irritante, come ho fatto a non scagliare il libro fuori dalla finestra in certi passi, resta ancora da vedere! Glen Duncan gioca letteralmente con le parole e con i significati. Gioca con le frasi e i concetti. Infila nel mezzo di un discorso un altro discorso che non c’entra nulla con il precedente. E io mi domando: il tutto a che pro? La voglia di sperimentazione (chiamiamola così)dell’autore mi ha dato su i nervi durante tutta la lettura. La ricerca costante del vocabolo particolare, dell’accostamento ardito, la voglia di stupire a tutti i costi il lettore mi ha stufata e fatto infuriare. Glen Duncan gioca a fare il geniale e il goliardico, peccato che gli riesce estremamente male! Soprattutto il voler shoccare il lettore a ogni costo mi ha alternativamente innervosito e strappato risate (di disperazione). Ora, io non sono certo una puritana che si scandalizza per l’uso di un linguaggio hard, anzi ho detto prima come questa caratteristica avrebbe potuto essere molto interessante se portata avanti bene, ma dimmi (e ditemi voi) che senso ha questa frase “[…] il suo intrepido sangue femminile, un tenue, elettrizzante odore di m**** e quello penetrante e caldo della sua f*** intelligente e setosa” . F*** intelligente??
Ipotetico dialogo di Morna con Duncan: “No, dico ma mi prendi per deficiente, per cretina? Ti piace usare quella parola e la usi a caso in una frase tanto per dire di averla messa? Credi di impressionare? Credi che il tuo personaggio in questo moda risulti essere l’alpha della situazione? Mi spiace caro, ma l’idea che arriva è che questo poveretto oltre a non conoscere gli aggettivi è perennemente arrapato e basta!
Per quanto mi riguarda sono questi dettagli (e come questo ce ne sono a decine nelle 130 pagine lette finora) che mi hanno maggiormente infastidita.
SARA: L'atmosfera che si respira durante la lettura è grigia, fumosa, una specie di misto tra il genere spy story, il pulp e l'hard boiled (di urban fantasy ha proprio poco) e la scrittura è molto fredda, dura, che non risparmia scene crude e vocaboli grezzi. Certamente non un romanzo per "signorine", ahahaha :-)
In questi primi capitoli impariamo a conoscere meglio il contesto in cui si colloca la storia, iniziamo a conoscere anche il passato del protagonista, che non si dimostra proprio un simpaticone, anzi. Ciò nonostante non mi va di sbilanciarmi troppo nel giudicarlo, d'altronde, dopo tante smancerie, avevo voglia di una lettura un po' scorretta. Direi che almeno su questo sono stata accontentata.
Per il momento non mi sbilancio neanche sul voto, mi butto sulle 3 stelline politiche nell'attesa di farmi un'idea migliore.
Il mio voto parziale è di 2 stelline, sperando in qualcosa di meglio per il futuro.
Ahaha, i commenti sono proprio "al vetriolo", come mi avevi preannunciato :) Posso solo sperare che la lettura stia migliorando ;)
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