martedì 8 maggio 2018

Recensione: PRIMO AMORE, ULTIMI RITI - Ian McEwan

Disclaimer: non recensisco i libri in base a verità oggettive ma solo in base ad opinioni personali, quindi qualsiasi giudizio è soltanto una mia opinione.


Titolo: Primo amore, ultimi riti
Autrice: Ian McEwan
Traduzione: S. Bertola
Editore: Einaudi
Data di pubblicazione: prima edizione 1979
Pagine: 153
Prezzo: 13,00 euro

Sinossi: 8 racconti:
- Fatto in casa
- Geometria solida
- L'ultimo giorno d'estate
- Cocker a teatro
- Farfalle
- Conversazione con l'uomo dell'armadio
- Primo amore, ultimi riti
- Travestimenti


La mia opinione: Facendo una somma, questi racconti li ho trovati piuttosto interessanti, a parte "Cocker a teatro" che è stato davvero inutile, tutti gli altri, mi sono abbastanza piaciuti. Le tematiche sono sempre piuttosto forti, con un senso perpetuo di inquietudine sottilmente trasgressiva e nessuna morale, e questo mi piace. Ho trovato inoltre lo stile di ogni racconto particolare, e lo sviluppo centrale della storia prende proprio come si stesse leggendo un romanzo. Il problema di ogni racconto scaturisce nei finali, che appunto, non trattandosi di romanzi, sono tutti molto bruschi, come delle storie tagliate sul più bello. Questo mi ha irritato ed è il motivo per cui solitamente non leggo i racconti: non riesco ad apprezzarli per quello che sono, sembrano bozze di romanzi incompiuti. E purtroppo anche in questo caso non posso che confermare l'amara sensazione. Ci sono dei racconti a mio avviso davvero molto validi, da cui l'autore avrebbe potuto ricavare dei romanzi sensazionali, come ad esempio l'ultimo racconto "travestimenti" che è quello che ho preferito in assoluto e che è invaso da un'atmosfera sottilmente inquietante e deliziosa, con i suoi riti del tè pomeridiani, la regola incontestabile del travestirsi per cenare; sarebbe stato oltremodo interessante scoprire come si sarebbe evoluto il rapporto tra zia e nipote durante gli anni e se altre regole bizzarre si sarebbero aggiunte alla routine quotidiana. Ma anche "Fatto in casa", in cui il confine invalicabile tra fratello e sorella viene violato, sarebbe stato interessante proseguirne la storia per vederne gli sviluppi e le conseguenze. E in "Conversazioni con l'uomo dell'armadio", la storia è talmente grottesca che in questo caso avrei davvero voluto vederla scritta nuovamente dall'inizio, narrata con più calma, con più particolari, e vivere più a lungo in quella situazione opprimente, che però diventa per il protagonista come la più autentica delle normalità ed è come un nido sicuro e confortevole da cui non vorrebbe più emergere. Anche le altre storie che non ho citato hanno del potenziale per un possibile sviluppo più approfondito, ma queste tre in particolare hanno del potenziale assolutamente incredibile, ed è un peccato quasi mortale averle relegate a semplici racconti.

Consigliato? Sì, se vi piacciono i racconti sicuramente questa è una raccolta di qualità, nonostante sia una delle prime opere dell'autore non si percepisce una scrittura acerba, ma al contrario è una scrittura molto interessante e già matura dove prendono vita ossessioni e atmosfere inquietanti.



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