Titolo: Il seggio vacante
Autrice: J.K. Rowling
Traduzione: Silvia Piraccini
Casa editrice: Salani
Pagine: 553
Data di pubblicazione: 6 Dicembre 2012
Prezzo: 22,00
Prezzo: 22,00
Sinossi: A chi la visitasse per la prima volta, Pagford apparirebbe come un’idilliaca cittadina inglese. Un gioiello incastonato tra verdi colline, con un’antica abbazia, una piazza lastricata di ciottoli, case eleganti e prati ordinatamente falciati. Ma sotto lo smalto perfetto di questo villaggio di provincia si nascondono ipocrisia, rancori e tradimenti. Tutti a Pagford, dietro le tende ben tirate delle loro case, sembrano aver intrapreso una guerra personale e universale: figli contro genitori, mogli contro mariti, benestanti contro emarginati. La morte di Barry Fairbrother, il consigliere più amato e odiato della città, porta alla luce il vero cuore di Pagford e dei suoi abitanti: la lotta per il suo posto all’interno dell’amministrazione locale è un terremoto che sbriciola le fondamenta, che rimescola divisioni e alleanze. Eppure, dalla crisi totale, dalla distruzione di certezze e valori, ecco emergere una verità spiazzante, ironica, purificatrice: che la vita è imprevedibile e spietata, e affrontarla con coraggio è l’unico modo per non farsi travolgere, oltre che dalle sue tragedie, anche dal ridicolo.
J.K. Rowling firma un romanzo forte e disarmante sulla società contemporanea, una commedia aspra e commovente sulla nozione di impegno e responsabilità. In questo libro di conflitti generazionali e riscatti le trame si intrecciano in modo magistrale e i personaggi rimangono impressi come un marchio a fuoco. Farà arrabbiare, farà piangere, farà ridere, ma non si potrà distoglierne lo sguardo, perché Pagford, con tutte le sue contraddizioni e le sue bassezze, è una realtà così vicina, così conosciuta, da non lasciare nessuno indifferente.
La mia opinione: Fin dalle primissime pagine ho capito che questa sarebbe stata una lettura impegnativa e diversa dalle altre, perché la narrazione inizia quasi dal nulla, ti fa entrare nel vivo della vicenda e da lì si dipanano le storie di molti personaggi, tutti correlati tra loro, tutti importanti ai fini della storia, ma entrano in scena in maniera talmente spontanea che ti fa venire il dubbio di avere iniziato a leggere il libro a storia avanzata, e invece no. La complessità di questo libro per me è stato anche il suo punto di forza, la sua carta vincente.
Altro punto di forza sono le caratterizzazioni dei personaggi, con un'introspezione psicologica a dir poco perfetta, approfondita nei minimi dettagli. E tutti i personaggi hanno degli aspetti di loro stessi assolutamente deprecabili, non esiste un personaggio buono e con nobili pensieri come nelle fiabe, sono tutti in parte cattivi, ma non del tutto, e descritti senza lesinare particolari spiacevoli e in alcuni casi addirittura imbarazzanti. La lettura di questo libro diventa come un viaggio voyeuristico nella vita di una intere famiglie di un paesello inglese. Tutte le azioni dei personaggi, a partire da quelle all'apparenza più innocue, più banali, per poi passare a quelle più meschine, scatenano un intreccio di eventi difficile da controllare, eventi che avranno un terribile quanto inaspettato effetto valanga finale.
Ma un'altra caratteristica di questo romanzo, che a quanto pare (leggendo i commenti dei lettori) risulta poco gradita, è che sembra non avere una storia. O meglio, sembra non esserci una storia vera e propria con la classica formula "introduzione - svolgimento - conclusione" a cui tutti siamo abituati. E sembra anche non esserci morale. Per me non è stato un problema, anzi, evviva i romanzi che escono dagli schemi! Vorrei che ce ne fossero di più! Il romanzo è perfettamente riuscito già così grazie alle sue peculiarità!
E poi... per quanto riguarda la storia... non è vero che non c'è... c'è eccome! Solo che inizialmente non la si nota perché si è troppo impegnati a seguire le vicende dei singoli personaggi, vicende che si intersecano incessantemente tra loro, dando vita alla storia stessa! La storia è quindi tutta lì, ed è a dir poco straordinario il modo in cui l'autrice riesce a intrecciare tutti i fili dei vari personaggi per poi innescare colpi di scena inaspettati l'uno dopo l'altro, lasciando il lettore assolutamente a bocca aperta.
Questo romanzo racchiude inoltre una varietà di argomenti interessanti soprattutto sui comportamenti umani e sulle relazioni famigliari, ma anche sulla sete di successo, sul degrado, sulla ghettizzazione sociale, sulla droga e sulla violenza.
E lo stile di scrittura è divino, sempre in terza persona nonostante la moltitudine di personaggi che descrive, mi è piaciuto così tanto che sarei andata avanti nella lettura all'infinito, storia o non storia.
E la morale? Non c'è bisogno di morale quando c'è la Rowling!
Altro punto di forza sono le caratterizzazioni dei personaggi, con un'introspezione psicologica a dir poco perfetta, approfondita nei minimi dettagli. E tutti i personaggi hanno degli aspetti di loro stessi assolutamente deprecabili, non esiste un personaggio buono e con nobili pensieri come nelle fiabe, sono tutti in parte cattivi, ma non del tutto, e descritti senza lesinare particolari spiacevoli e in alcuni casi addirittura imbarazzanti. La lettura di questo libro diventa come un viaggio voyeuristico nella vita di una intere famiglie di un paesello inglese. Tutte le azioni dei personaggi, a partire da quelle all'apparenza più innocue, più banali, per poi passare a quelle più meschine, scatenano un intreccio di eventi difficile da controllare, eventi che avranno un terribile quanto inaspettato effetto valanga finale.
Ma un'altra caratteristica di questo romanzo, che a quanto pare (leggendo i commenti dei lettori) risulta poco gradita, è che sembra non avere una storia. O meglio, sembra non esserci una storia vera e propria con la classica formula "introduzione - svolgimento - conclusione" a cui tutti siamo abituati. E sembra anche non esserci morale. Per me non è stato un problema, anzi, evviva i romanzi che escono dagli schemi! Vorrei che ce ne fossero di più! Il romanzo è perfettamente riuscito già così grazie alle sue peculiarità!
E poi... per quanto riguarda la storia... non è vero che non c'è... c'è eccome! Solo che inizialmente non la si nota perché si è troppo impegnati a seguire le vicende dei singoli personaggi, vicende che si intersecano incessantemente tra loro, dando vita alla storia stessa! La storia è quindi tutta lì, ed è a dir poco straordinario il modo in cui l'autrice riesce a intrecciare tutti i fili dei vari personaggi per poi innescare colpi di scena inaspettati l'uno dopo l'altro, lasciando il lettore assolutamente a bocca aperta.
Questo romanzo racchiude inoltre una varietà di argomenti interessanti soprattutto sui comportamenti umani e sulle relazioni famigliari, ma anche sulla sete di successo, sul degrado, sulla ghettizzazione sociale, sulla droga e sulla violenza.
E lo stile di scrittura è divino, sempre in terza persona nonostante la moltitudine di personaggi che descrive, mi è piaciuto così tanto che sarei andata avanti nella lettura all'infinito, storia o non storia.
E la morale? Non c'è bisogno di morale quando c'è la Rowling!
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