venerdì 6 maggio 2016

Recensione: L'ELEGANZA DEL RICCIO - Muriel Barbery

La mia recensione su "L'eleganza del riccio" di Muriel Barbery.

 
Titolo: L'eleganza del riccio
Autrice: Muriel Barbery
Traduzione: E. Caillat, C. Poli
Editore: E/O
Data di pubblicazione: Aprile 2014 (ristampa)
Pagine: 384
Prezzo: 9,90

Sinossi: Parigi, rue de Grenelle numero 7. Un elegante palazzo abitato da famiglie dell'alta borghesia. Ci vivono ministri, burocrati, maitres à penser della cultura culinaria. Dalla sua guardiola assiste allo scorrere di questa vita di lussuosa vacuità la portinaia Renée, che appare in tutto e per tutto conforme all'idea stessa della portinaia: grassa, sciatta, scorbutica e teledipendente. Niente di strano, dunque. Tranne il fatto che, all'insaputa di tutti, Renée è una coltissima autodidatta che adora l'arte, la filosofia, la musica, la cultura giapponese. Cita Marx, Proust, Kant... dal punto di vista intellettuale è in grado di farsi beffe dei suoi ricchi e boriosi padroni. Ma tutti nel palazzo ignorano le sue raffinate conoscenze, che lei si cura di tenere rigorosamente nascoste, dissimulandole con umorismo sornione. Poi c'è Paloma, la figlia di un ministro ottuso; dodicenne geniale, brillante e fin troppo lucida che, stanca di vivere, ha deciso di farla finita (il 16 giugno, giorno del suo tredicesimo compleanno). Fino ad allora continuerà a fingere di essere una ragazzina mediocre e imbevuta di sottocultura adolescenziale come tutte le altre, segretamente osservando con sguardo critico e severo l'ambiente che la circonda. Due personaggi in incognito, quindi, diversi eppure accomunati dallo sguardo ironicamente disincantato, che ignari l'uno dell'impostura dell'altro, si incontreranno solo grazie all'arrivo di monsieur Ozu, un ricco giapponese, il solo che saprà smascherare Renée.


La mia opinione: Questo è un libro che apparentemente non ha trama, sembrerebbe un susseguirsi di pensieri filosofici ed esistenziali, con frequenti digressioni all'arte e alla letteratura. Sembrerebbe ridondante e artefatto, ma non lo è. Per me "L'eleganza del riccio" è un libro capace di incantare, la scrittura è gradevolissima e fresca, scorrevole nonostante la ricercatezza dei vocaboli possano farlo sembrare ostico. Non è assolutamente un romanzo pretenzioso o che vuole a tutti i costi sembrare colto, al contrario penso che la sua scorza filosofica sia giusto un pretesto per rendere il libro insolito, sia di struttura che di contenuti, ma che sotto di essa si nasconda una storia semplice, molto carina e adatta a tutti. E meno male, aggiungo io, perché solitamente i romanzi VERAMENTE filosofici non li sopporto, ma questo è completamente un caso a parte, un libro unico nel suo genere, da apprezzare sinceramente senza impuntarsi nel voler confrontare le proprie idee e la propria filosofia di vita con i pensieri delle due protagoniste del libro.
Non ho avuto un minuto di noia durante la lettura, i capitoli scorrono fluidamente uno dopo l'altro e il finale arriva fin troppo velocemente e inaspettato, un vero fulmine a ciel sereno.
Un libro comunque non adatto a chi ricerca una storia con una trama fin da subito concreta e ricca di avvenimenti.



voto:

1 commento:

  1. Al ginnasio, affascinato dalla filosofia, lo avevo particolarmente amato. Chissà adesso. :)

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