Disclaimer: non recensisco i libri in base a verità oggettive ma solo in base ad opinioni personali, quindi qualsiasi giudizio è soltanto una mia opinione.
Autore: David Foster Wallace
Traduzione: G. D'angelo F. Piccolo
Editore: Minimum Fax
Data di pubblicazione: Luglio 2017
Pagine: 151
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Sinossi: «E allora oggi è sabato 18 marzo e sono seduto nel bar strapieno di gente dell'aeroporto di Fort Lauderdale, e dal momento in cui sono sceso dalla nave da crociera al momento in cui salirò sull'aereo per Chicago devono passare quattro ore che sto cercando di ammazzare facendo il punto su quella specie di puzzle ipnotico-sensoriale di tutte le cose che ho visto, sentito e fatto per il reportage che mi hanno commissionato». "Una cosa divertente che non farò mai più" è il capolavoro di comicità e virtuosismo stilistico con cui i lettori italiani hanno conosciuto il genio letterario di David Foster Wallace. Commissionatogli inizialmente come articolo per la rivista Harper's, questo reportage narrativo da una crociera extralusso ai Caraibi - iniziato sulla stessa nave che lo ospitava e cresciuto a dismisura dopo innumerevoli revisioni - è ormai diventato un classico dell'umorismo postmoderno e al tempo stesso una satira spietata sull'opulenza e il divertimento di massa della società americana contemporanea.
La mia opinione: Un reportage di viaggio condito da acute osservazioni e un sottile umorismo. Questo è il primo Wallace che leggo, e non sarà di certo l'ultimo, perché sono sicuramente rimasta colpita dal suo sguardo disincantato sul mondo, ma da questo libro in particolare, forse a causa delle aspettative troppo alte, avrei desiderato qualcosa di più. E' stato decantato come la perfezione assoluta e invece io ho notato parecchie imperfezioni: 1) lo stile di scrittura non è sempre brillante allo stesso modo ma ha degli alti e bassi, con la conseguenza che alcuni capitoli risultano più piacevoli di altri. 2) ci sono tantissime note a piè di pagina che rallentano la lettura in maniera a volte fastidiosa, avrei preferito che queste osservazioni (per altro in buona parte interessanti) venissero integrate con il resto del testo in maniera omogenea. Saltare la lettura delle note non è consigliato, perché vi sono nozioni a volte indispensabili e anche perché sono praticamente metà del libro e non leggerle vorrebbe dire dimezzare l'esperienza di lettura. 3) mi aspettavo una sorta di capitolo finale che facesse da epilogo in maniera degna e invece il finale è stato brusco, sembra quasi ne manchi una parte. E' stata una buona lettura, soddisfacente, ma che non ha raggiunto i massimi livelli e la genialità che lasciava intendere il bellissimo titolo.
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