mercoledì 16 agosto 2017

Mini Recensione: EVELINA E LE FATE - Simona Baldelli

La mia breve recensione su "Evelina e le fate" di Simona Baldelli.


Titolo: Evelina e le fate
Autrice: Simona Baldelli
Editore: Giunti
Data di pubblicazione: 2013
Pagine: 256
Acquista: https://amzn.to/2Qmz9xw

Sinossi: La narrazione si apre con una scena memorabile, l'arrivo degli sfollati: a Evelina pare che dalla neve stiano uscendo le anime dei morti. La bambina vede due fate: la Nera, dai tratti cupi, e la Scepa, la fata allegra, colorata, con una veste a fiori, che ride sempre. Nei dintorni del casolare girano i partigiani: il loro capo, il Toscano, ottiene dal padre di Evelina, che con loro simpatizza, del cibo. Evelina e i suoi fratelli Sergio e Maria trovano il cadavere di un tedesco ammazzato dai partigiani: la Nera li fa scappare in tempo, e li spinge a nascondersi, pochi attimi prima dell'arrivo dei tedeschi. In un succedersi incalzante di colpi di scena, sulle colline attraversate dalla linea gotica alle spalle di Pesaro, in attesa dell'arrivo degli Alleati, trascorre l'ultimo anno della Seconda guerra mondiale filtrato dallo sguardo magico dell'infanzia, e travolge tutta la famiglia di Evelina, padre e madre molto malata, i fratelli, e il segreto di una bambina ebrea nascosta sotto una botola dentro la stalla. Realtà e magia si mescolano e si intrecciano, facendo rivivere il mondo contadino e quello delle fiabe, l'intrico complesso della guerra civile e di quella mondiale. Lo stile asciutto, arricchito di elementi dialettali, rende il racconto più reale: parole magiche, parole amuleti, filastrocche, che aprono la porta al sogno o alla profezia. E alla comprensione possibile di quello che accade.


La mia opinione: Una storia molto particolare e coinvolgente, originale per i contenuti, che offre uno scorcio realistico e al tempo stesso magico, della vita di campagna durante la fine della seconda guerra mondiale. Una sorta di realismo magico all'italiana. Quello che inizialmente mi ha "infastidita" è stata la scelta di scrivere in dialetto marchigiano-romagnolo i dialoghi. Questo è stato un piccolo impedimento, però i dialoghi non sono molti e con un po' di concentrazione si riescono a capire ugualmente (a grandi linee). Lo stile narrativo è il miglior pregio del libro, trascina dentro la storia e fa immaginare vividamente ogni scena. E anche a distanza di settimane e di mesi (ormai sono infatti passati un paio di mesi da quando ho letto il libro) il ricordo della storia rimane ancora saldo nella memoria. Ho trovato un pochino affrettato il finale.

voto:

Nessun commento:

Posta un commento