Titolo: I fiori di Febbraio
Autrice: Fan Wu
Traduzione: Valeria Bastia
Casa editrice: Frassinelli
Pagine: 270
Data di pubblicazione: Maggio 2007
Prezzo: 17,00
Sinossi: Sono più di 10 anni che non hanno notizie l'una dell'altra, ma i loro pensieri e il loro affetto corrono ancora sullo stesso binario. Un'amicizia sbocciata a Pechino a diciassette anni, che le ha fatte incontrare, diventare grandi, separare. Chen Ming è sempre stata una ragazzina tranquilla e ben educata, un po' schiva e con una profonda passione per letteratura e violino. Miao Yan era invece una ragazza libera e spregiudicata. Il suo sogno era quello di fare la modella. E perché no? Magari anche posare per Playboy. Nonostante radici, visoni della vita e scelte totalmente diverse, Chen Ming sostiene l'amica sempre, anche quando non la capisce, anche quando decide di partire senza salutare e senza più farsi viva con nessuno. Ma adesso più che mai, Chen Ming torna a sperare di rivederla, magari a San Francisco, dove sta per trasferirsi.
La mia opinione: "I fiori di febbraio" è un romanzo di formazione ambientato in Cina in una università durante gli anni novanta, ed è a mio avviso una lettura piacevole e validissima per varie ragioni.
Da un punto di vista strettamente antropologico e sociale l'ho trovato un libro interessantissimo perché mostra le caratteristiche di una Cina in bilico tra tradizione e sviluppo, mostra le grandi contraddizioni tra i fulminei processi di modernizzazione delle città e i non altrettanto veloci processi di emancipazione mentale che devono scontrarsi con le ancora rigide tradizioni locali. Poi, oltre ad averlo trovato un libro dai contenuti interessanti e di ambientazione diversa e quindi originale rispetto a ciò che sono solita leggere, l'ho trovato anche un libro ben scritto, scorrevole al punto da finirlo in appena due giorni e con una storia appassionante e coinvolgente, una storia dolcissima (ma assolutamente non sdolcinata) di amicizia ed affetto (e forse altro) in grado di catturare in pieno il lettore. Di questo libro mi è piaciuta anche l'atmosfera velatamente malinconica e riflessiva, che non so spiegare il motivo ma secondo me rispecchia molto l'ambientazione cinese e permette una totale immedesimazione nelle pagine. Di contro posso solo dire che il finale aperto mi ha leggermente delusa, ma soltanto perché siccome ero particolarmente coinvolta nella storia mi sarebbe davvero piaciuto sapere di più su come andrà a finire per la protagonista e la sua amica. Il non sapere, il dover soltanto immaginare, in questo caso è stato frustrante.
Da un punto di vista strettamente antropologico e sociale l'ho trovato un libro interessantissimo perché mostra le caratteristiche di una Cina in bilico tra tradizione e sviluppo, mostra le grandi contraddizioni tra i fulminei processi di modernizzazione delle città e i non altrettanto veloci processi di emancipazione mentale che devono scontrarsi con le ancora rigide tradizioni locali. Poi, oltre ad averlo trovato un libro dai contenuti interessanti e di ambientazione diversa e quindi originale rispetto a ciò che sono solita leggere, l'ho trovato anche un libro ben scritto, scorrevole al punto da finirlo in appena due giorni e con una storia appassionante e coinvolgente, una storia dolcissima (ma assolutamente non sdolcinata) di amicizia ed affetto (e forse altro) in grado di catturare in pieno il lettore. Di questo libro mi è piaciuta anche l'atmosfera velatamente malinconica e riflessiva, che non so spiegare il motivo ma secondo me rispecchia molto l'ambientazione cinese e permette una totale immedesimazione nelle pagine. Di contro posso solo dire che il finale aperto mi ha leggermente delusa, ma soltanto perché siccome ero particolarmente coinvolta nella storia mi sarebbe davvero piaciuto sapere di più su come andrà a finire per la protagonista e la sua amica. Il non sapere, il dover soltanto immaginare, in questo caso è stato frustrante.
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