Titolo: L'ultimo treno della notte
Autore: Benjamin Lebert
Traduzione: Cinzia Cappelli
Casa editrice: Tropea
Pagine: 120
Data di pubblicazione: 7 Giugno 2004
Prezzo: 8,50
Sinossi: In una notte di gennaio due giovani poco più che adolescenti si incontrano sul treno che viaggia da Monaco a Berlino e cominciano a chiacchierare. Paul è uno studente di etnologia, Henry gli racconta del suo amore per Christine e della sua difficile amicizia per Jens. Paul ascolta sperando che si zittisca, tormentato dal ricordo di un amore infelice per una prostituta di lusso. Giunti a Berlino, un colpo di scena...
La mia opinione: Ci sono quei libri che riescono ad assolvere il loro compito di intrattenere il lettore per qualche ora in maniera non spiacevole, ma una volta chiusi non lasciano molto. E' il caso di questo romanzo breve: poco più che un centinaio di pagine per una storia che si legge bene ma che le manca qualcosa per poter aspirare a qualcosa di più. Senza infamia e senza lode mi verrebbe da dire, una sufficienza stiracchiata che non entusiasma, ma neanche da bocciare. Punto di forza che incuriosisce è sicuramente l'ambientazione cupa, tipica della Germania metropolitana, che, per tutti coloro che (come me) hanno visitato città come Monaco o Berlino non possono fare a meno rimanerne un po' elettrizzati. Per il resto la storia in sé non è nulla di esaltante, vuole essere misteriosa, vuole creare aspettative, e in un certo senso ci riesce, se non fosse che poi tirate le somme si rivela piuttosto banale e poco sviluppata. Il colpo di scena finale non convince, troppo studiato a tavolino, troppo brusco, come se l'autore si fosse stufato di scrivere e volesse passare a qualche altra attività più edificante. L'unica cosa che rimane impressa è appunto la sensazione di grigio e oscurità, alternato a bagliori di polvere dorata, proprio il ricordo che lasciano queste città europee da cui è difficile non lasciarsi affascinare.
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